MARIANNA VAZZANA
Cronaca

La ragazza molestata in piazza della Scala: “Così ho imparato il signal for help”

Parla la 19enne aggredita da un giovane in centro: "Alle ragazze consiglio di non andare mai nel panico: restare calme è essenziale. Ora vorrei incontrare la manager del McDonald’s che mi ha aiutato”

La campagna anti-violenza di Atm

La campagna anti-violenza di Atm

Milano, 24 novembre 2023 – “Mi è andata bene. Ora sono a casa però ancora penso a quella notte. Non sarà facile dimenticare. A tutte le donne voglio dire di non andare mai nel panico, se dovessero trovarsi in una situazione come la mia, perché mantenere la calma è fondamentale per cercare una scappatoia. E poi vorrei tanto ringraziare la dipendente di McDonald’s: è grazie a lei se mi sono salvata, perché ha capito il mio gesto antiviolenza e ha chiamato la polizia".

A parlare è la 19enne che ha denunciato di essere stata molestata, baciata e palpeggiata nelle parti intime la notte tra martedì e mercoledì in piazza Scala a Milano da un ragazzo, poi identificato in Fouress Jabir, di 23 anni, conosciuto quella sera e che l’avrebbe costretta a seguirlo, minacciandola di morte, per avere un rapporto completo contro la sua volontà.

Il giovane, marocchino di 23 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio, è stato poi arrestato dalla polizia per violenza sessuale. La ragazza invece, italiana di seconda generazione residente nella Bergamasca, che quella sera aveva raggiunto Milano per assistere a un concerto ai Magazzini Generali, è stata accompagnata alla Clinica Mangiagalli.

Ieri il gip Guido Salvini ha convalidato l’arresto del 23enne e disposto la custodia cautelare in carcere, per "il concreto pericolo" che l’indagato "se rimesso in libertà, commetta altri delitti della stessa specie".

Quando si è sentita in pericolo?

"Quando quel ragazzo ha cambiato atteggiamento. Lo avevo conosciuto in piazza Duomo, mentre era in compagnia di ragazzi e ragazze. Poi siamo rimasti soli e lui ha iniziato a raccontarmi la sua vita. Io ho intuito che volesse sfogarsi, che avesse bisogno di qualcuno con cui parlare, e l’ho ascoltato. Mi ha detto di avere la famiglia in Marocco e di essere stato per un periodo in Spagna con il fratello (che era presente quella notte insieme agli altri ragazzi del gruppo in piazza Duomo e che successivamente se n’è andato). Abbiamo parlato a lungo. Ma a un certo punto ha allungato le mani e ha iniziato a toccarmi. Io ho avuto paura. Ho letto tanti commenti sui social: c’è gente che si domanda come mai io non abbia urlato. Ecco, vorrei rispondere che non ho gridato sia perché non c’era nessuno nei paraggi, era notte fonda, e sia perché avevo il terrore che lui potesse farmi del male. Mi ha detto che se mi fossi allontanata mi avrebbe fatta a pezzi".

E in via Torino ha incontrato il suo angelo...

"Sì, la dipendente di McDonald’s. Ha capito che ero in difficoltà ed è riuscita a cogliere la mia richiesta di aiuto fatta con la mano: il pollice sul palmo, coperto con le altre quattro dita, e il movimento su e giù".

Dove lo ha imparato?

"L’ho visto in alcuni video su TikTok e ho deciso di metterlo in pratica. Era la mia unica possibilità di far capire che fossi in pericolo senza che lui se ne accorgesse. Io temevo potesse fare del male anche alle altre persone, oltre che a me. Io adesso vorrei tanto poter contattare la ragazza che mi ha aiutato (manager di McDonald’s, ndr) per ringraziarla. È merito suo se sono tornata a casa scampando una violenza, le sarò grata per sempre. Prima avevo provato ad andarmene in altri modi ma senza riuscirci".

Come?

"Ho detto a quel ragazzo che un’amica mi stava aspettando e che dovevo andarmene. Era una scusa e lui non mi ha creduto".

Il gip ha chiesto al pm di approfondire le indagini, risentendo la 19enne, visionando le immagini delle telecamere di sicurezza e identificando un terzo giovane che stando alle parole dell’indagato avrebbe assistito all’inizio dell’incontro tra i due. Il 23enne durante l’interrogatorio ha negato ogni responsabilità.

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