SIMONA BALLATORE
Cronaca

Mimmo Calopresti, sogno e realtà: "Lo sguardo profondo del cinema per battere l’indifferenza diffusa"

Il regista al festival nel chiostro di San Marco. "Milano mi attrae. I nuovi influencer? Valgono un film"

Il regista al festival nel chiostro di San Marco. "Milano mi attrae. I nuovi influencer? Valgono un film"

Il regista al festival nel chiostro di San Marco. "Milano mi attrae. I nuovi influencer? Valgono un film"

Milano – "Il cinema ti permette di andare al di là della realtà, anche quando hai di fronte problemi enormi. Siamo esseri umani, è questo che ci rende “potenti“: possiamo cercare di uscirne, di capire, di trovare quella potenzialità che Papa Francesco definiva umanità". Anche tra l’Immondezza, oppure cercando di fare luce sul naufragio di Cutro del 2023. Lo racconterà e lo mostrerà il regista Mimmo Calopresti, a Milano per il festival del cinema d’autoreSognoRealtà“. Tre giorni per tre registi che daranno nuova vita al chiostro grande della chiesa di San Marco. Dopo l’incontro con Alessandra Cardone, oggi alle 19 è atteso Pupi Avati. Domani, a partire dalle 18.30, Mimmo Calopresti accompagnerà qui Immondezza e Cutro Calabria Italia (Nastro d’Argento). Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Sogno e realtà: ci sono entrambi nei suoi film. Si ricerca la bellezza raccogliendo rifiuti per 350 chilometri. Si cerca la vera solidarietà a Cutro.

"Il cinema ha una grande capacità, che va oltre alla cronaca: racconta la storia delle persone, che sono tutte diverse l’una dall’altra ma fanno parte dell’umanità, del mondo intero. Il cinema ha l’ambizione di raccontarle tutte, ne sceglie alcune, mettendo al centro la persona".

Come sceglie le sue storie?

"Guardando la realtà, il mondo, le cose che succedono. Alcune storie ti chiedono di andare più a fondo. A Cutro mi ha colpito questo incontro tra morti e vivi, così diversi da come si raccontava in quel momento. Ho cercato uno sguardo più attento e potente. Quello sguardo è diventato la mia cifra come regista: cerco di guardare dentro la realtà in maniera profonda. Molte volte ci sembra così facile riuscire a vedere tutto, in realtà stiamo diventando indifferenti a tutto. Con i miei film cerco di battere anche la mia indifferenza".

Serve un cinema più impegnato? Politico?

"La politica serve e c’è una realtà da raccontare. Il problema è che qualche volta la politica è incapace di stare dentro le cose. Spesso vediamo propaganda, inadeguatezza. E quanti non vanno più a votare. Che succederà? Il cinema può aiutare, è un’arma potente di visione, che lavorando su immagini e parole, guarda la vita delle persone e aiuta a capire di più".

Per questo ha scelto di diventare regista?

"Anche per questo. E poi perché cerco di capire meglio anche me stesso. Racconto la vita delle persone, ma cerco di capire anche come io mi racconto al mondo".

Lei ha girato sia film di finzione che documentari. Quale modalità di narrazione sente più sua?

"Entrambe hanno qualcosa che mi attira, che mi affascina. Il vero problema è “fare cinema“. Sia che si tratti di fiction che di documentario, il cinema ha un suo linguaggio, tra realtà e surrealtà".

E poesia. Anche nel suo viaggio “Immondezza“ ha voluto rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini. Perché?

"È un punto di riferimento per me, lo è sempre di più. C’è anche in Cutro, perché lui in fondo ha saputo stare nel mondo, con il cinema, con la letteratura, in maniera geniale. Ha scritto Il Vangelo secondo Matteo da non credente, è un personaggio capace di stare dentro un linguaggio di tutti. Magari è difficile da approcciare subito però poi lo si ritrova, al di là delle posizioni".

È nata una nuova rassegna a Milano. Come sta il cinema italiano?

"Dietro SognoRealtà c’è un genio. Ci vogliono persone capaci nel cinema, altrimenti rischia. Il cinema è in crisi e non è la prima volta, ma è nelle crisi che viene fuori il meglio. E io credo che succederà. Ci sono leggi che ogni tanto non funzionano, a volte c’è poca attenzione alla cultura, ma alla fine il cinema vince sempre. Il pubblico torna. E quello milanese è fortissimo".

Com’è il suo rapporto con Milano?

"È molto forte. L’ho sempre frequentata, anche quando stavo a Torino. Forse non c’è il cinema più “produttivo“, ma le persone vanno al cinema a Milano, ci sono belle sale, c’è un grande pubblico, appunto. E Milano è una città affascinante: l’ho vista nei suoi momenti di cambiamento. È nella trasformazione il suo fascino, nelle persone che cercano, che si muovono. Per me è la città dove si crea il futuro".

Merita un film? Girerà prima o poi in città?

"Magari sì. Sono molto attratto da Milano e mi piacerebbe indagare anche questo fenomeno dei nuovi influencer, ragazzi che trasformano le loro vite in qualcosa che non ho ben capito. Sta accadendo qualcosa di incredibile, una rivoluzione della comunicazione e Milano fa parte anche di quel mondo. A volte mi immagino un film su di loro".

E nel frattempo?

"Ho finito di scrivere un film, cerco di capire che succede".

Un indizio?

"Questa volta sarà a cavallo tra Italia e Francia".