NICOLA PALMA
Cronaca

Tredici anni fa la rapina alle Poste: Vincenzo Modesto torna in carcere per spaccio

Il complice morì nel conflitto a fuoco. Lunedì è stato arrestato con 12 dosi di coca

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano 

Ha girato all’improvviso la bicicletta e ha iniziato a spingere sui pedali per allontanarsi il prima possibile da quella pattuglia di passaggio in via Pellegrino Rossi. Peccato per lui che gli agenti delle Volanti si siano subito accorti di quel cambio di direzione e che abbiano deciso di inseguirlo per accertare il motivo della fuga preventiva. L’uomo ha provato a disfarsi strada facendo delle dodici palline colorate che aveva in tasca, ma i poliziotti le hanno recuperate; e dalla perquisizione sono spuntati pure 425 euro in contanti, sequestrati perché ritenuti soldi guadagnati con l’attività di spaccio. Così lunedì pomeriggio è finito in manette Vincenzo Modesto, cinquantunenne originario della pugliese Bisceglie, tutt’altro che sconosciuto agli archivi delle forze dell’ordine. Sì, perché l’uomo, che all’epoca aveva 39 anni, era uno dei due rapinatori che la mattina del 2 dicembre 2008 assaltò l’ufficio centrale delle Poste in via Leonardo da Vinci a Bollate. Tre minuti dopo le 9 , i malviventi fanno irruzione con i passamontagna a coprirne i volti: con Modesto c’è il trentaseienne Andrea Lanzutti, impugnano una pistola calibro 40 e una mitraglietta automatica. Uno tiene gli ostaggi sotto tiro, l’altro supera il bancone con un balzo e comincia a svuotare le casse: dentro ci troverà solo mille euro. A quel punto, uno dei dipendenti della filiale, il quarantasettenne Calogero Capraro, prova a ostacolare i banditi; per tutta risposta, Lanzutti spara un colpo che gli trapassa la coscia. Quella reazione violenta scatena il caos all’interno del locale: i sequestrati urlano terrorizzati, e il trentaseienne esplode un altro proiettile verso il soffitto per provare a riportare la calma. Col bottino in un sacco, i due escono dalle Poste e salgono a bordo di un Fiat Fiorino per scappare; uno degli impiegati, però, riesce a scorgere il modello di veicolo e lo comunica ai carabinieri. Una pattuglia intercetta i fuggitivi, entrambi pregiudicati, nei pressi di Novate Milanese. Parte un inseguimento a tutta velocità per le vie del centro della cittadina dell’hinterland: per seminare i militari, Lanzutti spara contro l’auto dell’Arma. Gli investigatori rispondono al fuoco e colpiscono per due volte il trentaseienne alla guida del Fiorino. Tutto finito? No, perché Lanzutti attende l’arrivo dei carabinieri per tentare nuovamente di colpirli: la pistola si inceppa, ma per difesa uno dei militari spara e ferisce ancora il rapinatore, che morirà qualche giorno dopo all’ospedale Niguarda. Modesto cerca di allontanarsi a piedi, però viene raggiunto dopo poche centinaia di metri e ammanettato. Per quel blitz, il cinquantunenne è stato condannato a 12 anni e 8 mesi di reclusione. Due giorni fa, è finito in cella per l’ennesima volta: da rapinatore a spacciatore di dosi di cocaina in zona Affori.