Il 24 novembre del 2009, in un appartamento di piazza Prealpi, veniva assassinata Lea Garofalo, testimone di giustizia, madre di Denise ed ex compagna di Carlo Cosco, uomo della ‘ndrangheta e suo assassino. Anche quest’anno, nel quindicesimo anniversario della sua morte, la città di Milano ha ricordato questa donna, vittima di mafia e della violenza maschile. Ieri all’interno del Cimitero Monumentale, dove Lea Garofalo riposa, si è svolto un momento di memoria e raccoglimento promosso dal Monumentale e da Libera Milano, con l’introduzione e i saluti istituzionali dell’assessora ai Servizi civici e generali Gaia Romani. Una commemorazione che ha visto anche la lettura di brani e lettere. Alle 18, al termine della commemorazione, è partita la fiaccolata con arrivo nel Giardino comunitario di viale Montello 3 dove sono intervenuti, tra gli altri, Pietro Basile, referente milanese di Libera, la pm dell’Antimafia milanese Alessandra Cerreti e Vincenzo Strambio presidente dei Giardini in Transito APS.
"Per Milano è un dovere civile e un obbligo morale ricordare la storia di Lea Garofalo – afferma l’assessora Romani –. Una donna che per amore della libertà e di sua figlia Denise ha pagato con la sua stessa vita il coraggio di infrangere i codici di una cultura ‘ndranghetista, omertosa e profondamente maschilista". Libera Milano, l’associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti, ricorda "l’eredità" lasciata da Lea Garofalo: "Grazie al protocollo “liberi di scegliere“ tante donne decidono di lasciare la loro famiglia mafiosa per dare un futuro migliore a se stesse e ai loro figli. Ma il protocollo non basta, serve una legge".
Re.Mil.