Milano, niente Daspo contro i mendicanti

Delibera modificata dopo le proteste da sinistra. Oggi il voto finale

Mendicante in piazza Duomo

Mendicante in piazza Duomo

Milano, 26 luglio 2019 - Niente Daspo contro i mendicanti. La delibera della Giunta comunale che punta a estendere le aree dove si potranno applicare gli ordini di allontanamento per spacciatori, parcheggiatori e commercianti abusivi e «persone dedite all’accattonaggio molesto» è stato modificata ieri sera dal Consiglio comunale con un emendamento targato Pd che vuole evitare che i vigili urbani o gli agenti delle forze dell’ordine si accaniscano contro mendicanti. Il capogruppo del Pd Filippo Barberis, però, precisa che «il reato di accattonaggio molesto resta e sarà perseguito nei casi in cui tale reato si configuri. Vogliamo solamente evitare ambiguità interpretative sul Daspo nei confronti dei mendicanti».

Politicamente, l’emendamento è servito a tenere compatto il Pd. Sì, perché prima della seduta del Consiglio, in una riunione del gruppo democratico, Carlo Monguzzi ha detto a chiare lettere che non avrebbe votato la delibera nel caso in cui gli allontanamenti e i Daspo avessero rischiato di colpire i semplici mendicanti. Sullo stesso tema, nella precedente commissione Sicurezza di Palazzo Marino, il consigliere di opposizione Basilio Rizzo era stato durissimo: «Nella delibera c’è scritto che il provvedimento si può applicare anche ai clochard». Rizzo sembra ridersi alla frase della delibera in cui nel mirino della Giunta, nel centro storico, finiscono «i clochard con ingombranti masserizie, tende e giacigli, che utilizzano in modo improprio l’arredo urbano». Rizzo aggiunge: «Non avere colto il messaggio, che rimette in discussione valori fondanti per alcuni di noi come la solidarietà e il rispetto di chi sta peggio, è una colpa gravissima, che spezza il legame con una parte della città, che credo sia stata parte del successo di questa amministrazione». In Consiglio, alla fine, con 16 «sì» e 6 «no» è passato l’emendamento che propone di far sparire dalla delibera le parole «persone dedite ad accattonaggio molesto», mentre restano i riferimenti a «persone che compiono atti contrari alla pubblica decenza, persone in stato di ubriachezza e persone che con il loro comportamento rendono difficoltosa o addirittura impediscono la fruizione di alcune aree del territorio comunale».

Il voto finale alla delibera, dopo i 198 emendamenti presentati, è atteso oggi pomeriggio. Sul tema, ieri mattina, era intervenuto il sindaco Giuseppe Sala, non ancora convintissimo che lo strumento Daspo sarà efficace: «Ad oggi i nostri dati sono tali da dire che il Daspo non serve a nulla. Nell’ultimo anno e mezzo a Milano i Daspo decisi dal Questore sono stati dieci. Quindi nulla. Proviamo a modificare un po’ le norme per provare a vedere se può diventare un po’ più efficace. Non ne siamo certi, ma vogliamo provarci. Non è una prova muscolare, è una cosa solo di buon senso». Sulla spaccatura nella maggioranza, con Milano progressista che voterà «no» alla delibera – il consigliere Paolo Limonta ieri ha indossato un collare «No Daspo» –, Sala nota: «La maggioranza è divisa? Con serenità si va avanti. Io sono l’ultimo a pretendere che ci sia sempre l’accordo su tutto anche nella mia maggioranza. I distinguo ci sono. Ma non drammatizzo».

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