
Milano – “Siamo arrivati a Kiotari venerdì sera, la città che è poi stata devastata dalle fiamme sabato pomeriggio, e dopo quattro giorni di terrore passati a fuggire dalle fiamme, viaggiando in lungo e in largo per l’isola, stasera (ieri per chi legge, ndr ) prendiamo il primo volo per Atene. Dalla capitale poi faremo scalo a Monaco e atterreremo a Milano nella mattinata. La situazione è cambiata drasticamente nelle ultime ore: dovevamo spostarci a Milos in traghetto ma ad un certo punto riprendere la via di casa ci è sembrata la cosa più saggia. Abbiamo trovato con fatica un aereo e mi sento in dovere di fare un appello alle autorità italiane: il fuoco potrebbe avvicinarsi anche ai centri abitati del Nord, servono altri voli, in settimana sono pochi e non si trovano i biglietti" avverte Massimo Alberti, giornalista di Radio Popolare, che al momento della telefonata si trova proprio nella città di Rodi.
Come è iniziata la sua Odissea in terra greca?
"In realtà prima di giungere il capoluogo stavo soggiornando con la mia compagna su un’isola distante pochi chilometri, vedevamo del fumo in lontananza già da lunedì ma non credevamo che la situazione sarebbe degenerata fino a questo punto".
Quando ha capito che non si trattava di un semplice incendio domabile?
"Da metà settimana, quando vedevo partire e tornare indietro canadair ed elicotteri senza riuscire a raggiungere i risultati sperati. C’è da dire che secondo me si sono mossi in ritardo i soccorsi della protezione civile e questo ha contribuito a rallentare la circolazione delle notizie, a cui io ho cercato di dare visibilità fin all’inizio in radio".
Qual è stato il primo pensiero quando ha visto gli hotel distrutti dalle fiamme nella giornata di sabato?
"Trovare la via di fuga più sicura. L’unica tangenziale dell’isola passa dalla costa orientale, quella interessata dalle fiamme e al momento bloccata anche da uno sciame di persone che in maniera disorganizzata e prese dal panico si sono messe in strada a piedi, in motorino, in macchina, o col primo mezzo a disposizione, in direzione Rodi città. Io, essendo un habitué, ho molti contatti con la gente del posto e conosco bene i luoghi in cui è preferibile muoversi. L’area occidentale è allo stato brado, non c’è quasi nulla, solo scogliere, ma per noi ha rappresentato l’unica salvezza. Mi sono accodato a un pullman e abbiamo viaggiato dalla parte opposta rispetto alla direzione del vento e del fumo, sperando di non trovare ostacoli".
Che impressione ha avuto sulla forza effettiva del piano di emergenza messo in atto?
"Credo che i tagli economici e le misure imposte dall’Europa negli ultimi anni abbiano gravato anche sulla possibilità della Grecia di dotarsi di mezzi adeguati per riuscire a rispondere a situazioni d’emergenza come quella attuale. Dall’altra parte, c’è anche una chiara volontà degli organi governativi di voler minimizzare quanto sta accadendo. L’altro giorno il ministero della protezione civile ha diramato un comunicato in cui ha dichiarato che “Solo il 10% delle strutture ricettive sono inagibili“. È assurdo pensare che ci siano ancora persone che scelgano di volare verso Rodi, le compagnie dovrebbero fermarsi tutte e offrire aiuti per riportare a casa i turisti"
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