Milano in crisi Ossigeno per i negozi

Bruno

Villois

Il dato che emerge dal Ministero delle Finanze sulla crescita del Pil 2021, con un abbondante +6%, rappresenta una boccata di ossigeno rilevante, se non fosse che a disturbare l’anno in corso

concorrono svariate componenti che stanno trascinando al ribasso i consumi interni e rischiano di incidere anche sull’export. Milano, regina dei consumi, paga, come già è successo nelle altre occasioni di lockdown, dazio ben più di qualunque altra città italiana.A farne le spese sono il comparto dell’ospitalità, con il ricettivo al minimi di sempre di periodo, la ristorazione anch’essa in marcata retromarcia e, soprattutto l’abbigliamento e accessori, che vede crollare la stagione dei saldi, la più ricca di tutto l’anno dopo quella natalizia. Lo sconto al 50% è ormai diffuso e si comincia a balenare quello del 60 e oltre %, percentuali che azzerano la marginalità e incidono sui flussi di cassa in misura tale da mettere in seria difficolta gli acquisti delle stagioni primavera -estate , ma che inverno, la cui prassi prevede che ad oggi siano già stati fatti gli ordini e parimenti versate percentuali rilevanti al produttore.Chiaramente queste difficolta non le avvertono di certo i colossi del quadrilatero, quasi tutti monomarca e per lo più di proprietà degli stessi produttori ma, a parte l’isola felice di Montenapoleone e dintorni, l’annoso problema del crollo dei saldi è diffuso su tutto il territorio nazionale e quindi in primis a Milano e nell’ intera Lombardia. Il comparto abbigliamento e accessori vale ben oltre 100 miliardi di Pil annuo, solo una parte è destinata all’export, mentre un’altra, altrettanto rilevante, ha come destinazione l’italia. Un commercio di settore in ginocchio produce, per le aziende a core domestico, ripercussioni particolarmente significative che chiaramente si estendono all’occupazione. Bene che lo Stato ma anche gli enti locali, per quanto loro possibile, concedano dei “ristori” per ricettivo , ristorazione e tempo libero, ma è altrettanto importante che si dia alla catena dell’abbigliamento, produzioni e commercio, un sostegno, significativo, magari con l’alleggerimento dell’IVA, insieme all’azzeramento dei tributi locali del 2022. Guai a dimenticarsi il ruolo che il comparto abbigliamento ricopre per il nostro sistema socio-economico.

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