
di Simona Ballatore
"Gli studenti dell’indirizzo coreutico sono stati i più penalizzati dal lockdown: riapriamo con loro". Così Giorgio Galanti, dirigente scolastico del liceo Tito Livio, mostra il piano per la ripartenza e i nodi ancora da sciogliere. Più classi che aule: è sempre stata una costante del classico di via Circo che aveva fatto di necessità virtù, facendo ruotare gli alunni fra gli spazi. "Impensabile ai tempi del Covid, e non serve un virologo a spiegarlo", ricorda Galanti. "Il primo obiettivo è stato quello di cercare di assicurare il massimo delle presenze e lo abbiamo difeso allo strenuo". Il preside in persona ha bussato alle parrocchie e non solo, alla ricerca di spazi extra; in centro Milano trovare ospitalità in musei e cinema è impresa ardua e si somma un problema: il "costo vero" dell’operazione, con spese per la gestione e pulizia, oltre alla necessità di personale in più. "Così abbiamo dovuto organizzarci ma senza spezzare il gruppo classe - spiega il dirigente scolastico -. Su 45 classi, una decina farà didattica a distanza a rotazione, ogni tre giorni". Non si è deciso ancora quali saranno le classi - è al lavoro un tavolo tecnico - ma una cosa è certa: "Quelle che hanno al loro interno alunni diversamente abili frequenteranno sempre in presenza: è una necessità. E la priorità verrà data al coreutico, l’indirizzo che ha sofferto di più. Hanno bisogno di tornare a danzare insieme. Durante la chiusura hanno ballato, ciascuno nella sua piccola “prigione”, e montato insieme i pezzi, sono nati progetti emozionanti. Ma è tempo di tornare". E il liceo ha investito per quello: nella succursale di San Siro, che ospita le prime e le seconde, sono stati spesi 40mila euro per una seconda aula di danza, tutta attrezzata.
Addio “passi a due”: l’emergenza Covid condizionerà i programmi. "Anche per la danza contemporanea alcune coreografie non saranno più proponibili, si lavorerà maggiormente sull’individuo. Ma la revisione vale anche per Greco e Latino, tutto sarà da rimodulare. Sarà una didattica di resistenza". Si aprono le danze l’1 settembre, con le prime attività del coreutico. Per il classico i corsi di recupero saranno anche a distanza, perché c’è un altro "balletto" in corso: quello delle nomine. "Dobbiamo cercare collaboratori scolastici - sottolinea Galanti -. E ci sono ancora posti vacanti, anche nelle materie di indirizzo. Al coreutico, non esistendo classi di concorso ad hoc, non abbiamo nessuno di ruolo: devo fare una forzatura e nominare io, in attesa delle graduatorie definitive. In tutto questo, da pedagogista, credo che il problema della ripartenza non stia nella rima buccale o nei banchi a rotelle. Il problema va affrontato con la lente educativa. Non bastano le regole, vanno condivise con personale, alunni e famiglie".