Milano, sperimentata allo Ieo la sonda “cerca tumori”: migliora la chirurgia di precisione

L’innovativo strumento rileva le cellule tumorali con sensibilità del 90% e consente di intervenire asportando solo i tessuti malati

Medici durante un'operazione (repertorio)
Medici durante un'operazione (repertorio)

Milano, 20 luglio 2023 - Un passo avanti nella lotta ai tumori. Un team congiunto di medici e ricercatori ha messo a punto una sonda “cerca-tumori” che migliora la chirurgia anticancro. Il dispositivo made in Italy è frutto di uno studio clinico  dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e dell'università Sapienza di Roma. L'équipe, coordinata dallo Ieo con Emilio Bertani, direttore dell'Unità di Chirurgia dei tumori neuroendocrini, ha dimostratoche l'impiego del dispositivo aumenta l'efficacia della chirurgia dei tumori neuroendocrini gastrointestinali.

Sonda cerca tumori, come funziona

La speciale sonda è in grado di rilevare i positroni, particelle emesse da radiofarmaci come quelli comunemente utilizzati per eseguire una diagnostica Pet. La sonda ha dimostrato un'elevata sensibilità nell'individuare cellule tumorali marcate con un radiofarmaco specifico per i tumori neuroendocrini. Una capacità che la rende efficace nel guidare la mano del chirurgo esattamente alla sede della lesione, per quanto microscopica o localizzata in una posizione difficile.

Lo studio

Dallo studio, condotto nell'Irccs fondato da Umberto Veronesi fra maggio 2022 e aprile 2023 su 20 pazienti, risulta infatti che "la nuova sonda è in grado rivelare le sedi di malattia con una sensibilità e specificità del 90%". La procedura prevede l'iniezione di una minima dose di radiofarmaco specifico, che va a posizionarsi selettivamente sulle cellule tumorali. Grazie al dispositivo le operazioni chirurgiche - sia tradizionali sia con robot - risulteranno "più precise e conservative", sono convinti gli esperti, poiché "sarà possibile rilevare con grande precisione la presenza di tessuti da rimuovere, evitando al contempo asportazioni inutili".

L’obiettivo

"Ieo è sempre più vicino all'obiettivo 'chirurgia di precisione', capace di asportare niente di più e niente di meno di ciò che è necessario per guarire - spiega Emilio Bertani, chirurgo dell’apparato digerente e coordinatore dello studio clinico -. Anche il chirurgo più esperto in un caso su tre può lasciare della malattia residua, non visibile neppure alla Pet perché localizzata ad esempio nei piccoli linfonodi vicini ai vasi mesenterici. La sonda beta è in grado di rilevare anche la minima presenza di cellule tumorali e nell'80% dei casi il chirurgo riesce a rimuoverle senza creare danni eccessivi. Il punto forte della procedura è che bilancia la capacità di trovare la malattia e la necessità di preservare tessuti vitali per il paziente". "È importante ricordare che per i tumori neuroendocrini la chirurgia è l'unica forma di cura radicale - continua Bertani - purtroppo però fino al 30% delle laparotomie non arrivano a sterilizzare il letto tumorale e dunque a controllare il tumore. Le metastasi linfonodali si ripresentano nel 10% dei casi”. I risultati ottenuti sui tumori neuroendocrini, fanno sapere da Ieo, incoraggiano ad estendere lo studio, già in corso per il carcinoma prostatico. Ed è in programma la possibilità di applicare la procedura con la sonda beta anche ad altri tumori gastrointestinali e ai tumori ginecologici.