NICOLA PALMA
Cronaca

Milano è una città per ghisa?. Tra carovita e addii volontari: "Poca attenzione al Corpo"

Le cifre ufficiose dei sindacati dicono che ogni mese sette-otto neo agenti decidono di lasciare. Il Csa: "Welfare e sostegno all’affitto per invertire il trend". Il Sulpl: "I giovani vogliono più tutele".

Milano è una città per ghisa?. Tra carovita e addii volontari: "Poca attenzione al Corpo"

Le cifre ufficiose dei sindacati dicono che ogni mese sette-otto neo agenti decidono di lasciare. Il Csa: "Welfare e sostegno all’affitto per invertire il trend". Il Sulpl: "I giovani vogliono più tutele".

Il livello di candidature che il Comune si aspettava non è stato minimamente raggiunto. Anzi, secondo le cifre che girano tra i ghisa, il numero di aspiranti agenti che hanno risposto all’ultimo bando sarebbe inferiore della metà a quello fissato come base minima per "garantire il rafforzamento degli standard di sicurezza e implementare le assunzioni di personale nei profili di polizia locale". Si parla di circa un migliaio di iscritti a fronte di un’asticella fissata almeno a quota duemila.

Da qui la decisione di prorogare la scadenza fissata per domani al 9 settembre, nella speranza di ampliare il bacino di candidati. Anche perché tra rinunce in partenza, inevitabile scrematura tra test scritto e prove fisiche e forfait in corso d’opera, alla fine più del 50% dei competitor viene eliminato dalla corsa. Conseguenza: si riducono gli idonei da inserire nella graduatoria da cui pescare, col rischio di dover ricorrere a un altro concorso nel giro di pochi mesi. Detto questo, l’esiguità dei numeri non può che interrogare sia l’amministrazione che i rappresentanti di categoria, abituati a ben altre statistiche in passato: "Basti dire – premette il segretario del Sulpl Daniele Vincini – che non tanti anni fa se ne presentavano diecimila". Ora bisogna togliere uno zero. E questo porta a una domanda che in tanti si pongono nel Corpo di piazza Beccaria: Milano è ancora una città per ghisa? Un quesito che peraltro si sovrappone a quello sollevato non più tardi di due giorni fa durante la riunione della Commissione trasporti sulla carenza di autisti di mezzi pubblici. Il primo tema, il più dibattuto ultimamente a queste latitudini, lo analizza il segretario provinciale del Csa Orfeo Mastantuono: "Questa città sta diventando sempre più cara in generale, e in particolare per chi percepisce stipendi medio-bassi: se togli l’affitto e le altre spese, non ti resta molto per vivere". La busta paga di un vigile di prima nomina si aggira tra i 1.500 e i 1.600 euro.

Proprio per questo, Mastantuono chiede al Comune di usare la leva economica per rendere di nuovo appetibile il lavoro di ghisa all’ombra della Madonnina: "Si possono studiare forme di welfare, a cominciare da quello sanitario, così come incentivi per la locazione". "Secondo quello che percepiamo ogni giorno – conviene Grazia Ingrao, segretaria aggiunta del Sulpl – i giovani cercano un lavoro con possibilità di carriera, con tutele per la salute e la sicurezza, con protocolli certi di intervento e con uno stipendio adeguato a una metropoli come Milano". Già, i giovani: le statistiche ufficiose dei sindacati raccontano che ogni mese 7-8 vigili appena assunti scelgono di lasciare il Corpo per andare altrove. I motivi sono tanti: dal carovita "alla concomitanza con altri concorsi in giro per l’Italia", riflette ancora Mastantuono. Tradotto: meglio una città meno costosa, a parità di salario e magari con meno responsabilità o comunque con meno compiti da assolvere. Poi c’è una questione più "politica", che i rappresentanti dei lavoratori sottolineano con argomentazioni ormai diventate il leit motiv del confronto-scontro con Palazzo Marino: "Mancano le giuste attenzioni di questa amministrazione alle necessità dei colleghi", spiega Ingrao.

Vincini è ancora più diretto: "Dopo anni di umiliazioni, iniziate con l’introduzione del badge e proseguite con il diktat sul contratto decentrato, è venuta meno l’autorevolezza e l’attrattività del Corpo, anche perché il Comune si dimostra sempre sordo alle nostre richieste". Il delegato cita un esempio recentissimo per esplicitare il concetto: "Vi sembra normale che da settimane non si riesca a far funzionare l’impianto di climatizzazione negli spogliatoi del Radiomobile? I colleghi sono stati costretti a portarsi i condizionatori portatili da casa. L’attenzione alla “truppa” passa soprattutto da cose come questa: purtroppo l’amministrazione sta raccogliendo quello che ha seminato".