GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Milano, grandi manovre sui trasporti Atm: spunta la scalata alla M4

Martedì apre la tratta Dateo-San Babila della nuova linea. Il Comune pensa alla cessione della sua quota L’azienda potrebbe rilevare le azioni pubbliche e private a fine 2024. Contratto di servizio, la gara slitta al 2026

Il cantiere della M4

Il cantiere della M4

La Metropolitana 4 è al punto di svolta. Il riferimento non è solo a quello che accadrà tra quattro giorni, il prossimo martedì, quando la linea Blu approderà in centro con l’inaugurazione della tratta che unirà la stazione di Dateo a quella di San Babila. Il riferimento è anche al ripensamento dell’assetto proprietario della società M4, costituita per provvedere alla realizzazione dell’opera.

Secondo indiscrezioni, sta prendendo quota uno scenario finora rimasto sullo sfondo: in sintesi Atm potrebbe diventare proprietaria della nuova linea, non più solo il gestore. Questa soluzione avrebbe ricadute economiche e finanziarie significative per il Comune, oltre che per la stessa Atm. E inaugurerebbe un modello del tutto nuovo per quel che riguarda il trasporto pubblico cittadino.

Per chi non li ricordasse, gli antefatti sono due, anzi tre. Il primo: i soci privati di M4 hanno già da tempo deciso di vendere le loro partecipazioni. Il secondo: non più tardi di quattro mesi fa si è appreso che anche il Comune vuole cedere almeno una parte della propria partecipazione, una notizia che da piazza Scala non hanno confermato ma neppure smentito. Terzo ed ultimo antefatto: Comune e soci privati hanno concordato di vendere le rispettive quote con una procedura congiunta. Questa la strada alla quale sta lavorando l’advisor Natixis. Attualmente il pacchetto azionario di M4 Spa vede primeggiare Palazzo Marino col 66% delle quote, quindi Hitachi Rail con l’11,3%, WeBuild e Astaldi col 9,6% ciascuno e, infine, soci con quote marginali, tra i quali Sirti (0,3%), AnsaldoBreda (0,1%) e, ancor prima, proprio Atm col 2,3%.

L’azienda di Foro Buonaparte, secondo il disegno che starebbe prendendo quota, dovrebbe salire nel pacchetto azionario della società acquisendo le quote dei privati e almeno una parte delle quote del Comune, suo controllante, fino ad arrivare a detenere la maggioranza di M4. L’opzione che rientrerebbe più di altre tra i desiderata di Palazzo Marino non coinciderebbe, quindi, con l’arrivo di fondi di investimento privati. Vale la pena sottolineare che l’ascesa di Atm non richiederebbe gare: essendo già nel board, l’azienda ha diritto di prelazione.

Un’operazione non scontata sotto certi punti di vista. E onerosa. Ma che avrebbe i suoi vantaggi. Disfandosi di una parte significativa della propria quota, il Comune eviterebbe di pagare circa 100 milioni di euro l’anno per la Blu: a tanto ammonta, infatti, il totale di mutui e gestione corrente. Ma non solo: Atm, una volta divenuta proprietaria di M4 e non più solo gestore, a differenza di quanto avviene oggi, potrebbe incassare direttamente gli introiti dei titoli di viaggio. L’incasso diretto da parte di Atm consentirebbe a sua volta al Comune di risparmiare sul contratto di servizio. La vendite delle quote e l’ascesa di Atm non potranno avvenire prima che sia conclusa l’intera linea, quindi non prima della fine del 2024.

Il condizionale resta comunque d’obbligo. Intanto il Comune avrà provveduto a prorogare il contratto di servizio senza indire gare. Non ce ne saranno almeno fino al 2026. Indirle oggi, coi passeggeri che calano e i costi che aumentano, avrebbe poco senso. Meglio attendere l’arrivo e l’impiego dei fondi del Pnrr.

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