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Milano assegnata alla terza sezione del Tribunale Europeo dei Brevetti, "Piuttosto che niente, meglio piuttosto"

Milano ottiene la terza sezione del Tribunale Europeo dei Brevetti, ma con competenze limitate. Il Governo italiano spera di avere più competenze nel 2026, dopo un'attenta valutazione. #brevettieuropei #tribunaleeuropeodeibrevetti #milano #governoitaliano

"Piuttosto che niente, è meglio piuttosto". Ricorrendo ad un celeberrimo adagio milanese, si può sintetizzare così il senso dell’assegnazione a Milano della terza sezione del Tribunale Europeo dei Brevetti. Una vittoria dimezzata perché un conto sono le competenze che da qui ad un anno dovranno prender casa a Milano e un conto sono quelle che saranno invece trasferite a Monaco di Baviera e Parigi. In estrema sintesi, le perplessità, del tutto trasversali al di là delle dichiarazioni ufficiali, riguardano un settore cruciale come quello della farmaceutica. E sono dovute a due ragioni su tutte: Milano sarà la sede competente per quei brevetti, farmaceutici e chimici, che non abbiano impatto commerciale. Non proprio i più ambiti. Senza contare che spesso il confine è labile: diversi brevetti farmaceutici nascono e vengono depositati come chimici, per ovvie ragioni. Da qui il senso di una vittoria dimezzata e quell’adagio che torna prepotentemente in mente: piuttosto che niente, meglio piuttosto. Già, perché è chiaro che l’asse franco-tedesco ha dato nuovamente prova della sua forza in Europa e, davanti a questa evidenza, si può decidere se stare a guardare il bicchiere mezzo vuoto (il peso dell’Italia continua a rimanere limitato nel contesto comunitario) o mezzo pieno (poteva finire che a Milano non dessero nulla, nemmeno la terza sezione).

Che si sia del primo o del secondo partito, la buona notizia è che la partita sulle competenze non è finita, anzi in un certo senso inizia proprio adesso. Da qui al 2026 si partirà sostanzialmente secondo lo schema deciso lunedì dal Comitato Amministrativo del Tribunale Europeo dei Brevetti. Ma nel 2026 si procederà ad un esame di come saranno andate le cose e Milano potrà aspirare ad avere nuove e più importanti competenze nel caso in cui riuscisse a dimostrare di aver governato al meglio quelle che già deteneva. Nulla di scontato, nulla di semplice. Ma questo tipo di riesame era stato inizialmente calendarizzato per il 2030 ed è stato infine anticipato al 2026 proprio su richiesta del Governo italiano. L’ennesimo contentino che si riverberà in poco o nulla, oppure una possibilità concreta di avere domani quello che non si è riusciti ad avere oggi? La prima certezza è che la politica seguita dal Governo italiano è quella dei piccoli passi. E a volte questa politica paga. La seconda è che tre anni in politica possono essere tanti, quasi un’era.

Giambattista Anastasio