GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

I concerti dal vivo e la disabilità. Biglietti, norme discriminatorie: "Ho atteso 4 giorni per un no"

Ticket non acquistabili online, pochi posti a disposizione e spesso con ridotta visibilità. Per i fragili svagarsi è dura, il caso di un fan dei Kolors. Noja: nuova legge ferma da 6 mesi.

Un momento di uno dei concerti in piazza della band The Kolors, seguitissima dai più giovani ma non solo

Un momento di uno dei concerti in piazza della band The Kolors, seguitissima dai più giovani ma non solo

Se ieri avessimo voluto acquistare due biglietti per il concerto dei The Kolors in programma il prossimo 9 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni avremmo potuto concludere l’acquisto in 4 minuti cronometrati. Proprio così: 4 minuti cronometrati. Online, ovviamente. Sul sito del rivenditore. Posti in piedi, per l’esattezza. Non un fatto anomalo. La notizia, infatti, è un’altra: chi convive con una disabilità, chi non può acquistare biglietti per posti ordinari né tantomeno per posti in piedi, può essere costretto ad aspettare 4 giorni, non 4 minuti. Tanto è il tempo che serve non per concludere l’acquisto ma anche solo per riuscire a sapere se l’acquisto si possa fare o no, se ci siano ancora biglietti o no. È il caso di Giuseppina Rubbuano, madre di David, 13enne con gravissima disabilità e fan sfegatato dei Kolors. Giuseppina ha scaricato il servizio di "alert" fornito da una nota piattaforma di ticket on line: "Appena si apre la vendita dei biglietti del concerto che ci interessa, quello dei Kolors in questo caso, mi arriva la notifica". Ma dopo la notifica, è tutto in salita. "Il 9 maggio ho contattato via mail l’organizzatore del concerto del 9 settembre (Friends e Partners Spa ndr) per acquistare un biglietto per mio figlio nei posti riservati alle persone con disabilità – racconta –. Mi hanno risposto dopo 4 giorni. Dicendomi che i posti in questione erano finiti". "È sempre, sempre, sempre così" si sfoga, in conclusione, Giuseppina.

Il problema, infatti, non è circoscritto esclusivamente ai concerti dei The Kolors, ovviamente. Il problema è sistemico: ancora oggi le modalità e le regole per acquistare on line un biglietto per questo o quel concerto, questo o quell’evento sportivo, questo o quell’evento dal vivo non sono uguali per tutti. Anzi, per le persone con disabilità finiscono con l’essere persino più penalizzanti. Perché? Perché i biglietti a loro riservati non compaiono sul sito dei rivenditori on line, non rientrano tra le opzioni di acquisto, non sono nell’elenco. Chi convive con una disabilità deve scovare, in fondo alla pagina internet, una volta terminata la lista delle tipologie di biglietti, il nome dell’organizzatore dell’evento. Individuato l’organizzatore, deve capire come contattarlo: sì, perché nella stragrande maggioranza dei casi, della società organizzatrice è fornito solo il nome e l’indirizzo della sede. L’indirizzo fisico, non l’indirizzo mail. Nessun numero. Per trovare la mail o il numero da contattare, bisogna andare sul sito della stessa società organizzatrice.

A quel punto si invia la richiesta via mail (nella stragrande maggioranza dei casi) o si telefona al numero indicato. Se si invia una mail, capita si debbano aspettare giorni prima di ricevere una risposta. E la risposta, il più delle volte, è negativa: "Gentile cliente, siamo spiacenti di comunicarTi che i posti riservati nel settore dedicato alle persone con disabilità per l’Evento da Te richiesto non sono più disponibili". Così recita la mail ricevuta da Giuseppina. Pare una mail automatica, a giudicarne la forma. Ad ogni modo, questa differenza di procedure è nei fatti discriminatoria. Senza contare che i biglietti riservati alle persone con disabilità sono pochissimi rispetto al totale, il loro numero non è mai comunicato e spesso non viene indicato dove sia collocata, rispetto al palco, l’area riservata a chi ha disabilità. Tutto opaco, si deve acquistare al buio.

Lisa Noja, consigliera regionale di Italia Viva, è tra quanti si stanno battendo per un radicale cambio di regole e di approccio. È tra le fondatrici del manifesto “Live for All“ e ha formulato e avanzato diversi emendamenti ad una proposta di legge, attualmente ferma alla Camera dei Deputati, finalizzata a garantire piena accessibilità gli eventi dal vivo alle persone con disabilità. Tra gli emendamenti presentati ce n’è uno che chiede proprio "prenotazioni paritarie" per chi ha disabilità e chi no. "La versione originale della proposta di legge era, ed è, del tutto insufficiente per più motivi – spiega Noja –. Gli emendamenti prevendono che alle persone con disabilità siano garantiti gli stessi canali d’acquisto dei biglietti garantiti a tutti gli altri: chi ha disabilità deve poter acquistare i ticket nelle stesse date, attraverso gli stessi canali digitali e gli stessi punti vendita fisici di chiunque. Imponegono, poi, la totale trasparenza delle informazioni relative ai tagliandi per le persone con disabilità già nelle fasi di prevendita e prenotazione: deve essere chiaro quanti sono i ticket per la disabilità, deve essere fissata per legge una percentuale precisa, e dove sono collocati i posti. A tal proposito, deve essere garantita piena visibilità anche agli spettatori con disabilità. E bisogna superare la logica della segregazione: i posti a loro riservati devono essere sparsi in tutti i settori, sempre per non discriminare né chi convive con una disabilità né i loro accompagnatori. Infine, la proposta di legge attuale, così come è scritta, non prende in considerazione gli eventi gratuiti. Chiediamo, invece, che le nuove norme si applichino a tutti gli eventi dal vivo, gratuiti e no". L’iter, però, è in stallo: "La discussione degli emendamenti è ferma in Commissione Cultura della Camera da 6 mesi. Ma la legge serve al più presto, non si può andare avanti con singole denunce. È urgente capire se ci sia o no, da parte dei partiti, la volontà politica di approvarla".