Il cuore di Milano: aiuti per la popolazione dell'Ucraina

Nella chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Giovanni di via Meda don Igor Krupa, sacerdote ucraino, coordina una raccolta di abiti, cibo e giocattoli per la popolazione del suo Paese

I beni raccolti nella parrocchia dei Santi Giacomo e Giovanni di via Meda

I beni raccolti nella parrocchia dei Santi Giacomo e Giovanni di via Meda

Nella chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Giovanni di via Meda don Igor Krupa, sacerdote di origini ucraine, coordina una raccolta di abiti, cibo e giocattoli per la popolazione ucraina travolta dalla guerra scatenata dalla Russia. E la risposta dei parrocchiani è stata eccezionale: una gara di solidarietà che ha mobilitato tutti. Nei locali della parrocchia i più giovani si danno da fare per raccogliere la grande quantità di materiale conferito da persone di ogni età, lo imballano in cartoni che poi verranno caricati su un convoglio che a breve partirà alla volta del confine ucraino. Don Igor è originario dell'Ucraina ma da anni vive in Italia. "Sono arrivato nel vostro Paese per entrare in seminario, poi quando sono diventato sacredote ho deciso di rimanere per servire la numerosa comunità ucraina che si appoggia a questa parrocchia". Insieme ai suoi parrocchiani sta lottando contro il tempo per fonire aiuto alla popolazione del suo Paese, alle donne e ai bambini rimasti che come avviene in tutte le guerre sono quelli che alla fine subiscono le scelte sconsiderate di altri. 

Don Igor Krupa della parrocchia dei Santi Giacomo e Giovanni
Don Igor Krupa della parrocchia dei Santi Giacomo e Giovanni

Don Igor, come si sente? "Sono stanco e preoccupato perché il mondo sta diventando un posto un posto difficile dove vivere".

Ha ancora parenti in Ucraina? "Sì mio papà, mio fratello e mia sorella sono ancora là".

Come stanno? "Li sento ogni giorno e per ora abbastanza bene perché comunque abitano nella parte occidentale dell'Ucraina, in un paesino piccolo che non è strategico per la guerra. Però sentono i bombardamenti tutt'intorno".

Perché iniziata questa guerra secondo lei? "Non voglio parlare di polittica. Mi limito a considerare che le guerre iniziano sempre per piccoli motivi ma poi si trasformano in qualcosa di mostruoso, che è anche difficile da raccontare. Le guerre purtroppo vanno vissute per capirle altrimenti da lontano non si riesce ad avere la percezione. E anzi, il rischio è chiudersi nel proprio orticello".     

Qual è la sua speranza? "La mia speranza la ripongo in Dio, solo lui sa come guidare le menti dei potenti e dei diplomatici in questo momento difficile. A noi non resta che pregare. Sa cosa mi ha detto una persona ucraina che ho sentito nei giorni scorsi? Mi ha confessato che solo ora, nel pieno della guerra e sotto le bombe, ha capito quanto fosse una persona fortunata. Ecco è questo l'insegnamento più grande che ci regala purtroppo la guerra: la pace è un bene prezioso e va costruita giorno per giorno".

 

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