La messa sul materassino, don Mattia Bernasconi chiede scusa: "Non sapevo dove celebrare"

La Procura di Crotone ha aperto un fascicolo: il sacerdote è indagato per oltraggio alla fede cattolica

La messa al mare celebrata da don Mattia Bernasconi

La messa al mare celebrata da don Mattia Bernasconi

"Capisco di aver urtato la sensibilità di tante persone e non era certo mia intenzione. Ho pubblicato una lettera di scuse. Ma ora di questo fatto non voglio parlare: non voglio continuare ad alimentare il clamore". Così risponde al telefono, cordiale, don Mattia Bernasconi, vicario parrocchiale della chiesa di San Luigi Gonzaga a Milano che domenica ha celebrato la messa nel mare di Crotone a conclusione di un campo di volontariato di Libera al quale ha partecipato con un gruppo di ragazzi del suo oratorio. Non è passato inosservato, immerso tra le onde di Capo Colonna a torso nudo, mentre celebrava la liturgia usando un materassino come altare. E dalle foto circolate sui social allo scoppio del caso mediatico il passo è stato breve.

L’asticella è salita ancora più in alto, perché ora il prete risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Crotone che ha aperto un fascicolo: don Bernasconi è indagato per "offesa a confessione religiosa". Su questo non si pronuncia: "Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, l’ho saputo dai giornalisti", ribatte il sacerdote, che invita piuttosto a leggere la lettera da lui pubblicata sul sito della parrocchia milanese per capire il suo punto di vista. Dalla Curia crotonese era già arrivato ’l’ammonimento’: in una nota, pur evidenziando "tutta la bellezza e la serietà dell’esperienza vissuta da questi giovani", ricorda che "la celebrazione eucaristica, e in generale la celebrazione dei sacramenti, possiede un suo linguaggio particolare che è giusto rispettare e valorizzare, senza rinunciarvi con troppa superficialità. È necessario mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stesse delle celebrazioni liturgiche".

Ma domenica , spiega don Bernasconi nella sua lettera che ha come destinatari l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, i vicari episcopali, i confratelli e tutti i fedeli, non è stato possibile celebrare la messa nella pineta scelta, come da programma, "per via di una manifestazione organizzata da un’altra associazione". A quel punto "abbiamo cercato altre zone idonee ma, non avendone trovate, mi è sembrato significativo, nel contesto del campo appena vissuto, celebrare in acqua, ’immersi nella terra’ che ci ha accolto per lavorare e riflettere nei giorni che avevamo appena trascorsi. Quando una famiglia che si trovava nei paraggi ci ha sentiti, ci ha offerto il suo materassino come altare e io ho deciso di accettare. Non era assolutamente mia intenzione – puntualizza ancora il prete – banalizzare l’Eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo".

«Ma i simboli sono forti, è vero – continua don Bernasconi –, e parlano, a volte anche in maniera diversa da come vorremmo. È stato ingenuo da parte mia non dare loro il giusto peso". Però "vi assicuro che non sono mancate l’attenzione e la custodia alla Parola e all’Eucarestia, ma fuori contesto la forma è più eloquente della sostanza e un momento di preghiera vissuto con intensità e significato dai ragazzi lì presenti ha urtato la Fede di molti: ne sono profondamente amareggiato".

Questa è stata la sua prima messa "fuori dagli schemi"? Al telefono non risponde alla domanda diretta. Ma nella lettere precisa di aver "sempre vissuto la celebrazione eucaristica con profonda consapevolezza dell’immenso Mistero di amore che cela e veicola. In otto anni di ordinazione quella è stata la prima volta che non ho indossato almeno camice e stola. Ma mi rendo conto che anche solo una volta è di troppo".

Per questo "chiedo umilmente scusa dal profondo del cuore anche per la confusione generata dalla diffusione mediatica della notizia e delle immagini: non era assolutamente mia intenzione che avesse tale risalto, tanto che per la celebrazione avevamo scelto un luogo inizialmente isolato e lontano dagli ombrelloni (anche se poi qualche persona, avendoci visti da lontano, si è aggiunta alla celebrazione)". Le scuse sono arrivate anche a voce, lunedì pomeriggio, nella messa celebrata a Milano, nella sua parrocchia. In particolare, "ho chiesto perdono al Signore per la mia superficialità che ha fatto soffrire tanti".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro