MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

I segreti del mental coach del calcio: “La concentrazione si allena, troppi talenti si affidano al caso”

Il corsichese Nicola Bonfiglio è rimasto folgorato da questo mestiere durante un corso di formazione. Ora collabora con calciatori professionisti dei campionati di A , B e C.

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Nicola Bonfiglio

Corsico (Milano) – Nicola Bonfiglio, mental coach specializzato in Sport Coaching e Top Performance, vive a Corsico ma collabora con calciatori professionisti dei campionati di A , B e C. Racconta la sua professione e auspica che in futuro la figura del mental coach sportivo sia presente in tutte le squadre.

Bonfiglio, come nasce la scelta di diventare mental coach?

“Arrivando dal settore vendita e partecipando ad un primo corso di formazione, ebbi la fortuna di conoscere questa figura e ne rimasi folgorato. Negli anni successivi ho fatto formazione su me stesso per imparare tutto ciò che riguarda la comunicazione e di come funziona ogni virgola del nostro cervello. Oggi mi sono specializzato in Sport Coaching e Top Performance, mi è venuto quasi naturale essendo un amante del calcio”.

Mente sana in corpo sano. Quali benefici può ottenere uno sportivo inserito all’interno di una squadra dal supporto del mental coach?

“Corpo e mente sono due piatti della stessa bilancia: uno influenza l’altro e viceversa. In continuazione. Bisogna saperli gestire entrambi alla perfezione, se si vogliono ottenere grandi risultati. La mente è importante quanto il corpo, se non la alleni nel quotidiano sarai molto più fragile: sei un atleta a metà, che potrebbe avere alto potenziale ma si limita ad allenare solo il corpo. Avere l’aiuto di un mental coach ti permette di avere accesso a tutto il tuo potenziale interno che può permetterti di fare la differenza prima, durante e dopo una gara”.

Perché una squadra ha bisogno di un preparatore mentale?

“Sì, assolutamente. In una squadra di calcio professionistica, per esempio, esiste un preparatore tecnico, il preparatore atletico con i fisioterapisti e massaggiatori, i match analyst e alcune società hanno anche il nutrizionista per seguire ogni calciatore al meglio. Ma la mente è ancora un aspetto poco seguito e poco preso in considerazione”.

Un aneddoto fra i tanti mentre svolgeva la sua professione? “Ad un calciatore, dopo una gara in cui era stato davvero concentrato e performante, chiesi come era riuscito ad entrare nello stato di massima concentrazione durante quella partita. Non è riuscito a rispondere, in quanto quello stato che viene anche chiamato “stato di flow“ o flusso, lui lo aveva raggiunto per caso. Ma non sapeva come. Quello stato lo si può allenare tutti i giorni per raggiungerlo e mantenerlo nel più lungo periodo durante una gara perché ti permette di fare la differenza. Per la verità capita a molti calciatori professionisti, me ne sono reso conto col tempo”.