MARIO CONSANI
Cronaca

Mense sicure a Milano? Questione di gusto

Brutte "sorprese" nei piatti, ma il vero problema è il sapore del cibo

Bimbi in mensa

Bimbi in mensa

Milano, 22 ottobre 2018 - Quella improponibile patina bianca sulle arance? Tranquilli, era il funghicida Imazalil «non pericoloso per la salute». Poi sì, in effetti dentro un piatto c’era davvero «un coleottero adulto», ma chi può dire quando ci sia entrato. E i capelli segnalati dai genitori? Non fotografati e spariti prima di essere esaminati. Mentre quella che sembrava muffa nei formaggi era semplice «inchiostro indicante la denominazione d’origine del prodotto» rimasta sulla crosta. E i “pelucchi” nell’altro cibo? «Sono risultati essere residui di fibre tessili non potenzialmente pericolose».

Insomma, nessun allarme-sicurezza per le mense scolastiche milanesi, rivelano le analisi dell’Ats, l’Agenzia tutela della salute messa in moto da un esposto alla magistratura presentato quasi due anni fa dal Codacons. La denuncia era scattata dopo una segnalazione di capelli e muffa riscontrati dai genitori della commissione mensa della elementare Stoppani. E in Procura era stato aperto un fascicolo nei confronti di ignoti per violazione delle norme sulla qualità dei cibi.

Nessun esito clamoroso dall’indagine: del resto Milano Ristorazione distribuisce ogni giorno 86 mila pasti tra nidi, giardini d’infanzia, scuole primarie e secondarie e qualche “piccolo” inconveniente sarebbe considerato fisiologico. Certo però che, stando agli accertamenti condotti dal team di polizia giudiziaria del tribunale che si occupa di salute e ambiente, non pare che la qualità dei cibi offerti - e il gradimento dei piccoli - stia particolarmente a cuore ai vertici della società controllata al 99 per cento dal Comune.

Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno posto la stessa domanda a tre dirigenti di Milano Ristorazione - i capi degli uffici relazioni esterne, gestione operativa e qualità e sicurezza alimentare - sentiti come testi: che ci può dire del gradimento dei piatti e di quanto cibo sia consumato davvero e quanto invece gettato? Le risposte di tutti e tre sono state sconsolanti per pochezza di dati e informazioni. Tanto che nella relazione inviata al magistrato si osserva che «il dato relativo al gradimento del pasto» sembrerebbe «non sia considerato dall’azienda come una delle basi per un apprezzabile miglioramento del servizio».

E che i bambini non siano esattamente entusiasti di quel che mangiano a scuola emergeva del resto dal sondaggio a campione che Milano Ristorazione ha condotto nel biennio 2016-2017 in tre scuole primarie ed una secondaria. I risultati di quella ricerca hanno bocciato in termini di gusto una parte significativa del menù proposto ai piccoli consumatori. Su 87 piatti, solo 26 (in pratica un terzo) sono risultati «totalmente accettati» in termini di gusto, mentre 18 sono stati «parzialmente rifiutati» e un piatto (misto finocchi insalata) «totalmente rifiutato». Responsabilità di tipo penale, dopo l’esposto del Codacons, non parrebbero emergere a carico dell’azienda controllata dal Comune. Ma certo non si può dire che scolari e studenti siano soddisfatti dei loro cuochi.