BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Melzo, agricoltori in trasferta dall’hinterland a Parma: “Diciamo no al cibo sintetico”

Una delegazione davanti alla sede dell’Efsa per chiedere all’Europa la difesa della salute dei cittadini. “Noi in prima linea, l’eccellenza del Made in Italy non può scontrarsi con i prodotti creati in laboratorio”

Fra i 20mila agricoltori da tutta Italia c’era anche una delegazione dell’hinterland

Fra i 20mila agricoltori da tutta Italia c’era anche una delegazione dell’hinterland

Melzo – Fra i 20mila agricoltori in arrivo da tutta Italia che ieri hanno invaso le strade di Parma, c’era anche un’importante delegazione dall’hinterland. Una manifestazione per chiedere all’Europa “la difesa della salute dei cittadini” “e di fare chiarezza sui cibi prodotti in laboratorio”. Sei i pullman partiti da Milano, Lodi e Monza Brianza. La delegazione interprovinciale era guidata dal presidente Alessandro Rota e dal direttore Umberto Bertolasi insieme a tutti i segretari di zona. Meta del corteo, Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

“È stata una giornata importante - dice Sergio Meroni, titolare con i fratelli di un’azienda agricola con agriturismo a Pessano con Bornago - in cui il mondo agricolo italiano ha voluto ribadire con forza la necessità di conoscere fino in fondo come nascono i cibi cellulari e, soprattutto, che effetto potranno avere nel tempo su tutti noi”. “Coldiretti individua sempre i problemi che investono il settore e traccia soluzioni - aggiunge Paolo Rosti, cerealicoltore di Merlino - quando organizziamo le mobilitazioni siamo i migliori e anche questa volta abbiamo fatto centro”.

“Per noi coltivatori diretti era importante ritrovarsi in tanti a Parma - sottolinea Pierluigi Nava, suinicoltore di Busnago e leader dei senior Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza oltre che della Lombardia - per sostenere la nostra battaglia non “contro” qualcosa, ma “per” un cibo naturale, sano e sicuro. In gioco ci sono la salute dei consumatori e il reddito degli agricoltori”. “Io coltivavo riso - ricorda Cesare Mascheroni, imprenditore agricolo di Melzo - ma ho dovuto smettere a causa dei cambiamenti climatici che in questi anni hanno causato danni pesanti su tutta l’area della Martesana.

Il nostro settore deve già affrontare già tanti problemi. Ci mancherebbe che l’eccellenza del made in Italy debba scontrarsi anche con il cibo prodotto in laboratorio”. La richiesta per Bruxelles: “Ogni innovazione alimentare venga valutata con il massimo rigore scientifico e nel rispetto del principio di precauzione. Non siamo contro la scienza e non vogliamo frenare il progresso, ma il benessere dei cittadini e la tutela del nostro modello agroalimentare devono rimanere priorità assolute. Per noi è fondamentale proseguire il dialogo con Efsa e le istituzioni europee”.