Milano, medie Cavalieri: lo spreco dei banchi con le rotelle abbandonati

Stoccati nel cortile dopo un anno e mezzo di lamentele. I ragazzi li usavano come autoscontro. Ora si spera di darli in beneficenza

I banchi alla scuola media Bonaventura Cavalieri

I banchi alla scuola media Bonaventura Cavalieri

Milano - Nel cortile di via Anco Marzio se ne contano duecento: non si possono impilare, non si sa come smaltirli. Tornano nell’occhio del ciclone i "banchi con le rotelle" che avevano fatto il loro esordio a settembre 2020. Troppo ingombranti per le aule piccole: primo paradosso.

E quel distanziamento che avrebbero dovuto garantire (oltre a una didattica innovativa, scopo originario) era messo a dura prova dalle rotelle stesse, che “invitavano“ gli alunni delle scuole medie a utilizzarli come autoscontro, girando per l’aula. Così, all’istituto comprensivo Cavalieri di Milano, si è deciso di mandarli in pensione prima del tempo. Anche perché agli insegnanti in primis, come pure ai genitori, non andavano proprio giù. Per non parlare dei docenti di arte e di educazione tecnica: quei banchetti rendevano le loro materie impossibili. Spazi alternativi a scuola però non se ne trovavano e non c’è un magazzino dove accatastarli, in attesa di una nuova destinazione, anche perché già bisogna trovare spazio alle mascherine arrivate dal ministero, che le famiglie si rifiutano categoricamente di ritirare perché scomode e "inutilizzabili".

I duecento banchi con le rotelle annesse sono stati messi quindi nell’unico spazio a disposizione, quel fazzoletto di terra che separa le pareti dell’edificio scolastico dalla cinta. Un limbo. Perché anche smaltirli rappresenta un problema, come dimostra l’inchiesta aperta della Corte dei Conti per i banchi con le rotelle trovati distrutti su una barca a Venezia. C’è chi è riuscito a riutilizzarli, spostandoli nei laboratori o in aula magna, chi li ha già rottamati, chi li ha messi in cantina e chi ha pensato di darli in beneficenza. Come spera di fare ora la scuola media di via Anco Marzio, che sta bussando a oratori e associazioni per evitare di “buttare“ via soldi pubblici e regalare una seconda chance a quei banchetti, che non hanno neppure due anni di vita.

 

 

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