Medico accusato di violenza sessuale, i racconti choc delle ragazze: "Eravamo schiave"

Nell’incidente probatorio davanti al gip i racconti delle giovani che avrebbero subìto gli abusi da parte di Marco D'Annunzio

La notizia della violenza sessuale

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"Mi ha costretto a un rapporto sessuale, mi diceva “sei la mia schiava“". Parole che una delle sei vittime di Marco D’Annunzio ha ripetuto durante l’incidente probatorio ieri al settimo piano del Palazzo di giustizia davanti al giudice Giulio Fanales. L’uomo, 43 anni, dirigente medico al Crh-Mts della città metropolitana, un centro di viale Jenner, nel giugno scorso è finito agli arresti domiciliari: l’accusa è quella di aver approfittato delle giovani pazienti con la scusa di alcune visite ginecologiche che, in quanto infettivologo, non avrebbe neanche potuto effettuare. In agosto il tribunale del riesame (presidente del collegio Carla Galli) aveva poi respinto l’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa del 43enne, che è rimasto così agli arresti domiciliari.

Gli episodi contestati vanno dal 10 agosto 2021 al 26 febbraio scorso e hanno una serie di elementi in comune: visite nelle parti intime senza alcuna necessità di farle, domande esplicite rivolte alle pazienti senza alcuna attinenza a questioni mediche, l’insistenza nell’ottenere il numero di cellulare per inviare messaggi Whatsapp espliciti.

Le testimonianze delle giovani, nelle indagini coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, convergono nelle ricostruzioni delle modalità di approccio e in una serie di atteggiamenti via via più espliciti. "Ho chiuso gli occhi, desideravo che finisse alla svelta" le parole di un’altra giovane paziente. D’Annunzio - che avrebbe manifestato condotte "spiccatamente aggressive e prevaricatrici, sia fisiche che psicologiche" - per il giudice che firmò l’ordine di custodia cautelare si sarebbe fatto forte del suo ruolo di sanitario in pubblico servizio secondo uno "schema d’azione rappresentato dallo sfruttamento di una situazione di particolare vulnerabilità delle pazienti", uno schema che evidenzia "la particolare gravità e crudeltà delle condotte, subdole e ricattatorie".

Una delle ragazze aveva raccontato che D’Annunzio, prima degli abusi, le diceva: "La gestione dell’ansia è connessa a tutto il vissuto dell’esperienza sessuale". Un’altra era salita "sulla propria bici" ed era fuggita dal centro "pedalando “a più non posso“ per non essere raggiunta" da lui. E un’altra ancora aveva spiegato che "si era sentita sopraffatta e avrebbe voluto tagliargli la mano".

L’inchiesta, intanto, in questi mesi è andata avanti con l’ascolto di altre pazienti e di testimoni per valutare nuovi casi di presunte violenze che sono al vaglio dei magistrati. L’indagine venne aperta a seguito di una denuncia arriva lo scorso dicembre. Una ragazza aveva denunciato gli abusi subiti e consentito di tratteggiare il modus operato dal presunto molestatore. Grazie a quella denuncia era stato poi possibile risalire agli altri cinque casi. Ma fin dall’inizio gli inquirenti sospettano che le aggressioni sessuali potrebbero essere state molte di più.

 

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