Medico ucciso, preghiere fino all’ultimo. In carcere il killer del dottor Giorgio Falcetto

Il decesso dopo l’intervento d’emergenza: troppo gravi le ferite inferte con un’accetta dal 62enne Benedetto Bifronte. L’amico: "Non si può morire così, perdiamo un uomo eccezionale"

A sinistra, Benedetto Bifronte, l'uomo che ha colpito il medico Giorgio Falcetto

A sinistra, Benedetto Bifronte, l'uomo che ha colpito il medico Giorgio Falcetto

Milano - "Ha passato la vita a salvare vite altrui e nonostante i suoi 76 anni stava lavorando sempre con un impegno, una volontà e una efficienza incredibili. Finché uno squilibrato pregiudicato non lo ha colpito alla testa con un’accetta. Ora che apprendo della sua morte sono sconvolto. Senza parole. Fino all’ultimo ho sperato che ce la facesse. Non si può morire così, perdiamo una persona eccezionale".

Marco Manca è il farmacista del quartiere Ponte Lambro, amico da tempo del dottor Giorgio Falcetto, colpito alla testa martedì mattina fuori dal Policlinico di San Donato da Benedetto Bifronte, pregiudicato di Rozzano di 62 anni. "Come mai un pregiudicato aveva un’accetta in macchina?", domanda Manca. Si moltiplicano i messaggi di amici e conoscenti, ma anche di sconosciuti, che sui social esprimono rabbia per "il gesto inspiegabile di un folle". Tanta gente ha tenuto accesa la luce della speranza fino all’ultimo, a dispetto delle condizioni disperate di Falcetto, originario di Biella, padre di 5 figli, che fino a ieri sera ha lottato tra la vita e la morte all’ospedale San Raffaele in coma farmacologico. Le lesioni craniche profondissime causate dai colpi, almeno due, di ascia, non gli hanno lasciato scampo.

Tantissima gente ha speso parole per questo chirurgo che, in pensione, continuava a lavorare da libero professionista senza risparmiarsi, tenendo accesa la luce della speranza. Luisa scrive: "Pur non conoscendolo ha tutta la mia stima". Silvy ha pregato per lui fino all’ultimo: "Che Dio lo aiuti, come lui ha aiutato gli altri". Ex pazienti sottolineano la sua "umanità" e "professionalità". Il papà di un ragazzo racconta un aneddoto: "Bravissima persona, fu lui a mettere dei punti di sutura a mio figlio al pronto soccorso di San Donato, per un brutto taglio sulla fronte. Fu molto umano e dolce, scherzò con mio figlio e lo tranquillizzò moltissimo. Spero che si rimetta presto, forza dottore". Un pensiero anche da Angelino Alfano, presidente del Gruppo San Donato, che ha parlato martedì sera durante un evento organizzato dal gruppo ospedaliero per le festività natalizie: "Siamo vicinissimi alla famiglia del nostro medico. Vogliamo ringraziare i medici del San Raffaele (che fa parte dello stesso gruppo, ndr) e anche le forze dell’ordine, i carabinieri nello specifico, per avere immediatamente assicurato alla giustizia quello che è il presunto aggressore".

Pregiudicato di 62 anni residente in una palazzina popolare di via Curiel a Rozzano, Benedetto Bifronte è in stato di fermo da martedì sera. Ieri il pm Giovanni Polizzi ha inoltrato all’ufficio del gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. L’accusa a questo punto sarà di omicidio. L’interrogatorio del gip sarà tra oggi e domani. Bifronte risulta avere un precedente per truffa e uno per porto abusivo d’arma, risalenti ad almeno 10 anni fa, ed era noto ai carabinieri del territorio per il suo passato. Da tempo conduceva una vita apparentemente normale. Formalmente risulta essere un operaio, non dipendente di una ditta ma autonomo, anche se nell’ultimo anno non si sarebbe occupato di alcuna attività. Separato dalla moglie dal 2020, ha un figlio. Ancora da capire il motivo del suo gesto e se sia stato "premeditato" dato che ai carabinieri ha raccontato di essere stato curato in passato da Falcetto e di essere rimasto "insoddisfatto dalla terapia", seppure non ci sia alcun riscontro.

Confuse le sue affermazioni. L’uomo avrebbe anche precisato di "aver urtato accidentalmente l’auto del medico", incidente da cui è poi scaturita la lite nel parcheggio del Policlinico San Donato. "Ho urtato per sbaglio in retromarcia la sua auto parcheggiata, lui è uscito e abbiamo iniziato a discutere. Poi non ci ho capito più nulla e l’ho colpito". Poi è fuggito e ha parcheggiato la macchina a Rozzano, distante dalla sua abitazione. I carabinieri lo hanno bloccato mentre stava per salire in auto e lui avrebbe detto di essere in procinto di andare a costituirsi. L’accetta è stata poi scovata e sequestrata in tarda serata: era in una intercapedine della scala che conduce alle cantine del caseggiato in cui vive l’uomo, che in un primo momento aveva detto di aver buttato l’arma dentro un tombino, poi di averla lasciata in una via e poi in un’altra, cambiando versione ogni volta.

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