ANDREA GIANNI
Cronaca

Medici dei vip, sequestrati 3 milioni: "I soldi andranno agli orfani ucraini"

Sono stati condannati per truffa ai danni di una facoltosa paziente: falsa malattia per spillare denaro

Oksana Moroz (da internet)

Oksana Moroz (da internet)

Denaro e "beni mobili e immobili", per valore totale di 2.988.833, sono stati posti sotto sequestro nell’ambito del procedimento a carico dei chirurghi plastici dei vip Santo Gentilcore e Marilena Pizzuto, condannati in primo grado dal Tribunale di Milano a due anni e mezzo di carcere per truffa ai danni di una paziente, l’imprenditrice ed ex modella ucraina Oksana Moroz. I due professionisti, secondo le accuse, avevano fatto credere alla paziente, proprietaria di un centro commerciale di lusso a Kiev, di essere affetta da sclerodermia, una grave malattia caratterizzata da ispessimento della pelle.

La malattia in realtà non c’era e i medicinali erano un cocktail di prodotti "naturali" somministrati alla 62enne, che una volta al mese volava a Milano per le cure. Il risultato è una spesa astronomica: 3.950.343 euro versati in diverse tranche ai due medici. Dopo la sentenza di primo grado, il Tribunale aveva disposto il sequestro conservativo "nei limiti della somma di 2.988.833 dei beni mobili e immobili e del denaro di proprietà dei coniugi Santo Gentilcore e Marilena Pizzuto", con l’obiettivo di bloccare la somma destinata al risarcimento della parte civile. Provvedimento confermato dal Tribunale del Riesame e ora anche dalla Cassazione, che infine ha dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dal difensore dei due professionisti, l’avvocato Marco Sizzi, che aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza per "violazione della legge penale e vizio della motivazione".

Una vicenda giudiziaria che, però, non è chiusa. I due medici, che respingono le accuse, hanno presentato infatti ricorso in appello contro la condanna inflitta in primo grado. "Ci aspettavamo che i medici restituissero subito le somme percepite illecitamente – spiega l’avvocato Piero Porciani, legale di Oksana Moroz –. Siamo soddisfatti per la decisione della Cassazione. Il risarcimento, per volontà della parte civile, verrà devoluto interamente ad attività a favore dei bambini ucraini rimasti orfani a causa dell’aggressione russa". Una vicenda seguita anche dal console generale dell’Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, che ha prestato assistenza alla connazionale.

La facoltosa paziente, secondo le motivazioni della sentenza di primo grado, dal 2016 era "completamente dipendente" dalle indicazioni del medico, tanto da "chiedere il suo intervento per curare una semplice tosse secca e da inviare un aereo privato" da Kiev all’Italia "per ritirare dei banalissimi farmaci antibiotici o gastroporotettori". Medicinali prescritti via WhatsApp, presentando poi una fattura "per l’astronomico importo di 150mila euro". Parte dei soldi, inoltre, sono stati versati sul conto di una società negli Emirati Arabi, aperta dai coniugi che in passato avevano lavorato per la famiglia reale araba. Pizzuto e Gentilcore, scrive il giudice Alberto Carboni, "hanno approfittato della qualifica di medico e hanno sfruttato il naturale stato di disperazione che insorge nel paziente che vede diagnosticata una patologia incurabile", causando quindi un danno "elevatissimo".

La falsa diagnosi è dimostrata anche da un messaggio inviato da Pizzuto, nel 2018, all’assistente di Moroz: "Lei è affetta da sclerodermia. Ha avuto il trattamento...". I medici difesi dall’avvocato Marco Sizzi, che si sono proclamati innocenti e presenteranno ricorso in appello, sono stati invece assolti dall’accusa di lesioni perché "i trattamenti omeopatici" non possono, per loro natura, "aver determinato patologie". Una volta emessa la sentenza, il Tribunale aveva disposto anche il sequestro conservativo dei beni ora confermato dalla Cassazione.