Oksana Moroz, imprenditrice ed ex modella, pagò 4 milioni le cure per una finta malattia. Condannati due medici

Pena di due anni e mezzo per gli specialisti: avrebbero fatto credere alla donna di essere affetta dalla sclerodermia. Sul caso è intervenuto anche il Consolato ucraino

Oksana Moroz (da internet)

Oksana Moroz (da internet)

Milano – Si è presentato nell’aula del Tribunale di Milano, come osservatore, un rappresentante del Consolato ucraino, che ha seguito da vicino anche con un intervento “formale“ la battaglia legale di una imprenditrice di Kiev venuta nel capoluogo lombardo per curare alcuni problemi muscolari. Ieri il giudice ha condannato in primo grado per truffa, assolvendoli invece dall’accusa di lesioni, i due medici: per entrambi 2 anni e mezzo di reclusione. Li ha condannati inoltre a versare un risarcimento record, quasi tre milioni di euro, all’imprenditrice, Oksana Moroz.

Soldi che la 62enne ha intenzione di devolvere ai bimbi rimasti orfani in Ucraina attraverso la sua fondazione che sostiene 50 orfanotrofi anche nella zona di Bucha, teatro di uno dei massacri provocati dall’invasione russa. La donna, che ha fatto fortuna in Ucraina grazie al real estate e al commercio di abbigliamento di lusso made in Italy, dal 2016 al 2018 ha versato secondo le accuse circa quattro milioni di euro ai due medici, per farmaci venduti "a costi esorbitanti". Le avevano fatto credere di essere "affetta da sclerodermia", una grave malattia caratterizzata da ispessimento della pelle.

La malattia in realtà non c’era e i medicinali chiamati “Dna webs“, che avrebbero dovuto essere basati sul Dna della paziente, erano in realtà realizzati con un cocktail da pochi euro di "prodotti acquistatati in farmacia" come "collagene, vitamine, minerali e antiossidanti". La donna una volta al mese volava a Milano per le cure e anche durante i pernottamenti a Palazzo Parigi le venivano fatte assumere via flebo sostanze. Gli interventi duravano oltre 7 ore, che la paziente trascorreva addormentata, sotto anestesia totale.

Il risultato è una spesa astronomica: 3.950.343 euro versati in diverse tranche. Il raggiro è venuto alla luce quando la donna ha deciso di rivolgersi a un altro medico in Ucraina. Il professionista verificò che la paziente non era affatto malata di sclerodermia. Dalla sua denuncia è scaturita l’inchiesta, coordinata dalla pm Maria Letizia Mocciaro. E i due medici, il chirurgo plastico Marilena Pizzuto e il marito Santo Gentilcore, sono finiti a processo.

"Siamo soddisfatti per questa sentenza – spiega il legale dell’imprenditrice, l’avvocato Piero Porciani – visto che la mia assistita, che ha scelto di curarsi a Milano per le sue eccellenze in campo medico, ha vissuto un incubo. Anche io devolverò la mia parcella agli orfani di guerra". I due medici, difesi dall’avvocato Marco Sizzi, hanno sempre respinto le accuse. "Siamo stupiti per questa sentenza visto che la stessa Procura aveva chiesto nelle scorse udienze l’assoluzione – sottolinea il legale – attendiamo di leggere le motivazioni per valutare un ricorso in appello".

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