Maxitruffa, la prescrizione “salva“ tutti

Arriva il colpo di spugna della prescrizione, perchè i fatti risalgono a 10 anni fa, per la presunta truffa da 2 milioni e mezzo di euro sul business dei pannelli fotovoltaici, in gran parte non pagati e poi rivenduti. Era il 2013 quando i carabinieri identificarono una quindicina di persone ritenendole responsabili di un raggiro messo in atto a livello nazionale su questo mercato allora innovativo. Il sistema usato sarebbe stato sempre lo stesso: le società che costruivano o che commercializzavano gli impianti fotovoltaici venivano contattate da sedicenti amministratori di aziende del settore per l’acquisto di partite di pannelli solari e accessori, stipulando contratti con importi che variavano da 50mila a 200mila euro, poi versavano un acconto pari solitamente al 20% per ottenerne la consegna e, una volta ottenuto ciò che volevano, non pagavano il resto dell’importo dovuto.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Monza, erano partite dal ritrovamento di parte del materiale in alcuni capannoni a Cologno Monzese. Nel 2016 la Procura chiuse le indagini, ma da allora sono trascorsi altri 4 anni prima dell’avvio del processo, complice la difficoltà a rintracciare molti degli imputati, che sono espatriati facendo perdere le proprie tracce, causando ripetute ricerche e stralci per quelli non reperiti. Nel 2020 finalmente l’apertura del dibattimento. Sono stati sentiti i primi testimoni, alcuni dei quali si sono costituiti parti civili. Poi è arrivato il lockdown causato dalla pandemia da Covid-19 e in seguito diversi cambi tra i giudici del collegio chiamato a celebrare il processo, che ha causato un’altra serie di rinvii.

Ieri infine i giudici non hanno potuto che prendere atto che le accuse erano ormai cadute in prescrizione e pronunciare il “non doversi procedere” perchè il reato risulta estinto. Per alcuni della dozzina di imputati si è messa di traverso anche la mancanza di querela: dopo tanti anni, alcune parti offese, convocate e arrivate in aula da varie parti d’Italia, l’hanno ritirata, ben consci di non riportare a casa un euro del maltolto.

Stefania Totaro

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