Maxitruffa Italpreziosi Abbiatense assolto dopo 5 anni di processo

Cinque anni dopo giustizia è fatta, è il caso di dire. L’abbiatense Mario Beretta, sessant’anni, rimasto implicato nel 2017 nella maxitruffa della Italpreziosi, è stato assolto dalle accuse che gli erano state mosse, assieme ad altre cinque persone che invece sono state condannate dal tribunale di Pavia per reati che vanno dal riciclaggio, alla truffa all’esercizio della intermediazione finanziaria abusiva. Il raggiro, all’epoca, era consistito nell’appropriarsi del nome e del marchio di un’importante azienda aretina di commercio di preziosi, la Italpreziosi appunto, per proporre a degli ignari investitori investimenti in oro, in primis lingotti. Attraverso dei veri e propri meeting organizzati in una struttura presa in affitto a Voghera e addobbata con le insegne della (in questo caso fittizia) Italpreziosi. I truffatori promettevano interessi fuori mercato, anche del 5 per cento.

Tranello in cui sono caduti in tanti (una quarantina le parti civili ammesse), alcuni dei quali hanno perso anche 30mila euro. Un disegno criminale di cui Beretta era però all’oscuro: l’uomo infatti, com’è stato dimostrato durante il processo, si limitava a portare in auto a Voghera la cugina – uno dei cinque imputati condannati a un anno e 8 mesi – che lo utilizzava come autista privato. Il Beretta restava ad aspettare fuori fino al termine degli incontri, per poi riaccompagnare a casa la donna. Un ruolo da autista "senza macchia", riconosciuto dopo però cinque anni di traversie in aula.

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