REDAZIONE MILANO

Maxi-frode, il chimico verrà estradato negli Usa

Un anno fa l’arresto, poi la liberazione e infine la decisione della Cassazione che apre le porte all’estradizione negli Stati...

È stato contraffatto un energy drink molto diffuso fra runner e sportivi

È stato contraffatto un energy drink molto diffuso fra runner e sportivi

Un anno fa l’arresto, poi la liberazione e infine la decisione della Cassazione che apre le porte all’estradizione negli Stati Uniti del chimico messicano Juan Romero. Il suo difensore, l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, rivolge un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo di "non firmare l’estradizione", anche perché "Romero è un malato oncologico ed è accusato di un reato che in Italia sarebbe prescritto". L’uomo, nato 78 anni fa a Città del Messico, era stato arrestato il 19 marzo dell’anno scorso in una struttura ricettiva in via Broletto, a pochi passi dal Duomo di Milano.

Su di lui pendeva un mandato di cattura emesso nel 2015 dagli Usa per aver partecipato a una maxi frode realizzata attraverso la vendita a grossisti in tutti gli Stati Uniti di "milioni di bottiglie" di una bevanda energetica destinata ad atleti e runner. Romero, secondo le accuse mosse dalla Corte degli Stati Uniti, distretto della California, era il "cuoco", con il compito di creare in una struttura "antigienica e non autorizzata" in Messico il prodotto che poi veniva confezionato, introdotto illegalmente negli Usa e messo in commercio con il marchio contraffatto 5-Hour Energy, un “energy shot” sul mercato dal 2004 e molto diffuso tra gli sportivi americani, con testimonial come il pilota Pietro Fittipaldi. Nonostante il parere contrario della Procura generale, basato sul fatto che reati commessi tra il 2011 e il 2012 sono ormai prescritti, la Corte d’Appello di Milano aveva dato il via libera all’estradizione negli Usa, sostenendo tra gli altri motivi che "l’età non è talmente avanzata da costituire una fonte certa di rischio grave". Una decisione che, nei giorni scorsi, è stata confermata dalla Cassazione.

Andrea Gianni