ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Maurizia Cacciatori e Milano: "Noi, sportive scatenate all’Hollywood"

Vive ufficialmente a Livorno ma è attorno al capoluogo lombardo che ruota la nuova vita dell'ex pallavolista

L'ex pallavolista Maurizia Cacciatori

Milano, 21 ottobre 2018 - Vive ufficialmente a Livorno ma è attorno a Milano che ruota la nuova vita di Maurizia Cacciatori. «Sono qui quasi 24 ore su 24 e mi sento ormai una milanese», dice l’ex pallavolista classe 1973, nata a Carrara, che oggi è una nota commentatrice tv e speaker aziendale. Indimenticabile la sua carriera da campionessa. Chi non ricorda quello sguardo che bucava lo schermo, tutto fuoco e determinazione? Bravura e carattere la miscela esplosiva con cui ha conquistato un lungo palmarès: 228 presenze nella Nazionale, dove è stata capitana, 17 trofei, l’elezione come miglior palleggiatrice ai campionati mondiali di Osaka nel 1998. Il bronzo e un argento agli Europei nel 1999 e poi nel 2001. Lo stesso anno dell’oro ai Giochi del Mediterraneo, campionessa nello sport che ieri ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso per la finale mondale persa contro la Serbia. Cacciatori ha appena pubblicato il suo primo libro “Senza Rete”, edito da Roi Edizioni, dove narra «quarant’anni percorsi quasi sempre contromano. L’ho scritto di notte. È un racconto divertente, a tratti comico, ma anche di grandissimi tonfi, di scelte all’ultimo secondo, di viaggi pesanti, di arrivi in stanze buie e fredde, di voglia di tornare a casa. Ecco, ho però sempre tenuto la testa alta: questo è il messaggio che vorrei lasciare ai miei figli, Carlos e Inès, a cui è dedicato» spiega.

Maurizia, quando è iniziato il suo rapporto con Milano?

«Credo di essere stata concepita a Milano, secondo i miei genitori, quindi posso dire sin dall’inizio… Più tardi, quando ero giocatrice della Foppapedretti di Bergamo (fra i ’90 e i 2000 ndr) ogni momento libero era buono per venire sotto la Madonnina. Ci arrivavo con le mie compagne di squadra, cercando di non perderci in macchina. Ci piaceva andare a curiosare in giro. La città offre, da sempre, di tutto e di più».

Niente nightlife?

«Le sportive sono umane dunque facevamo anche vita di notte, tra corso Como e Hollywood».

Adesso da lì si vedono i grattacieli di piazza Gae Aulenti. Cosa pensa della nuova Milano?

«Che è ancora più bella. Con un maggior senso di ordine e pulizia. Mi piace la sua modernità e anche il fatto che non metta in ombra il suo passato. Non a caso è sempre più apprezzata anche dai turisti».

Qual è il suo luogo dell’anima?

«Il Duomo mi appare sempre come familiare. Come Parco Sempione, dove porto i miei due figli a giocare. La cosa che davvero amo fare è camminare per la città senza una meta precisa, da flâneuse, scoprendo ogni volta il fascino di stradine sconosciute».

Quando è stufa di passeggiare prende il taxi o la metropolitana?

«Metro tutta la vita. Per me i mezzi pubblici sono il modo migliore per muoversi e per vivere la città».

Cosa risponde a chi dice che i milanesi sono antipatici?

«Sono riservati, una dote che apprezzo molto. Non emettono giudizi gratuiti. Forse non saranno troppo calorosi ma non sono falsi».

Capitolo Olimpiadi Invernali 2026. Cosa pensa della candidatura Milano-Cortina?

«Non è un’occasione ma l’occasione. La testimonianza che questo Paese ha le carte in regola per essere di nuovo protagonista: all’altezza di una Olimpiade».