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Sposa transessuale in Argentina, i giudici: "Matrimonio valido, lei ormai è una donna"

Un ragazzo italiano ha sposato un transessuale che in Argentina ha ottenuto il cambio di sesso. In base al diritto al rispetto dell'identità i giudici della Corte d'Appello di Milano hanno ordinato la trascrizione nel registro dell'unione civile

Unioni civili, matrimoni etero e gay

Milano, 9 giugno 2015 - Lui è un ragazzo italiano. Lei era un transessuale argentino che aveva ottenuto il cambio di genere nello stato civile nel suo Paese: secondo i giudici anche in Italia il matrimonio tra i due va considerato come "eterosessuale" ed è dunque valido anche per il nostro ordinamento. Non essendo considerate matrimonio tra omosessuali va trascritto nel registro dello stato civile. Il rito, nel 2011 in Argentina. Un anno dopo, nel mese di giugno, lei è diventata per le autorità di Buenos Aires una donna a tutti gli effetti, con cambio di sesso e di nome da maschile a femminile. Anche senza essersi sottoposta all'operazione chirurgica della sterilizzazione forzata. La decisione analoga per le autorità italiane, arriva dalla Corte d'Appello civile di Milano, sezione famiglia, con un provvedimento, primo in Italia, depositato due settimane fa. Per i giudici il matrimonio «è perfettamente conforme al paradigma eterosessuale». Una sentenza storica e destinata a far discutere, avvenuta lo scorso 26 maggio, che ha ordinato la trascrizione delle nozze.

RISPETTO DELL'IDENTITA' - In pratica la Corte d'Appello ha ribaltato il verdetto di primo grado emesso dalla Sezione Famiglia. Lo ha fatto nella convinzione che anche nell'ordinamento italiano sia possibile ottenere la rettificazione dell'attribuzione di sesso, così come sancito dalla legge 164/1982. Nella sentenza i giudici sottolineano che, in base all'art. 24 della legge 218 del 1995, "l'esistenza e il contenuto dei diritti alla personalità sono regolati dalla legge nazionale del soggetto" ed è per questo che il trans deve essere considerato a tutti gli effetti persona di genere femminile. Non è quindi possibile, sempre a giudizio della Corte d'Appello di Milano, far valere la passata identità anagrafica del trans senza violare il suo diritto al rispetto all'identità. Perciò, dal momento del cambio di sesso, il matrimonio tra i due va considerato come un matrimonio "eterosessuale" ed è dunque a tutti gli effetti valido anche per l'ordinamento italiano. E' infatti, secondo i giudici, un matrimonio contratto tra persone di genere diverso e in quanto tale non contrario all'ordine pubblico e produttivo degli effetti giuridici propri del matrimonio. Soddisfatta Gabriella Friso, esponente del direttivo dell'Associazione radicale Certi diritti: "Giustizia è fatta! Questa sentenza apre delle prospettive per le persone transessuali che ottengono il cambio di genere anche in Stati che non chiedono la sterilizzazione forzata e la riattribuzione dei genitali per concederlo. Una sentenza che sana l'assurdità sostenuta in primo grado per cui la coppia, per avere riconosciuto il matrimonio in Italia, avrebbe dovuto divorziare e risposarsi per ottenerne la trascrizione".