
Da sinistra, Daniel Auditore Filippo Monaco Eleonora Cipelli e Guido Levati
Milano, 9 maggio 2017 - La matematica è un gioco da ragazzi. E da ragazze. La prova del nove? Si chiama «Nabla» e il nome, oltre a evocare le equazioni di Maxwell, è tutto un programma. Alla regia quattro menti del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano, che hanno lanciato la loro App in occasione della giornata finale di «Deploy your Talents». Una iniziativa promossa da Fondazione Sodalitas per rilanciare gli studi tecnico-scientifici e superare gli stereotipi di genere. «All'inizio pensavamo a un evento bizzarro per arrivare all’obiettivo – spiega l’ideatore, Daniel Auditore, di quarta D - raccontando le materie scientifiche attraverso la letteratura e la filosofia. Poi è entrata in ballottaggio l’idea della App. Tutti abbiamo in mano il telefonino ogni giorno, ci sembrava un modo per fare uscire la matematica dal suo contesto e dai libri. Si può giocare anche in tram, sul bus, divertendosi e ripassando».
L’hanno creata in meno di un mese all’interno del progetto di alternanza scuola-lavoro: per l’occasione la loro azienda partner, Edison, aveva lanciato un contest, dividendo in gruppi e chiedendo a ciascuno di sviluppare una strategia per fare in modo che gli alunni, e soprattutto le alunne, si lasciassero «conquistare» da matematica e dintorni. Filippo Monaco, «programmer & designer» di Nabla, si è messo all’opera. «Abbiamo lavorato giorno e notte – racconta – e creato le prime 200 domande con cinque possibili risposte ciascuna. In alcuni casi siamo stati anche un po’ cattivelli, ci sono dei trabocchetti. Ma è un gioco, non una verifica, si può anche sbagliare e le risposte corrette poi restano in mente». Hanno inventato i quesiti di sana pianta e, dribblando possibili problemi di copyright, hanno disegnato le immagini. Per abbattere gli stereotipi di genere, Guido Levati ha fatto un’indagine ad hoc: «Troverete domande e curiosità su Ipazia, la prima ‘donna matematica’, Rita Levi Montalcini,Samantha Cristoforetti, Margherita Hack. Ma non sono in una categoria a parte perché dobbiamo fare capire che abbiamo tutti lo stesso spazio». Così hanno pensato alle quote azzurre: da Heisenberg a Keplero.
«In classe siamo metà femmine e metà maschi – racconta Eleonora Cipelli, ricercatrice della squadra -. Io ho scelto il liceo scientifico perché mi interessano queste materie. Non ho ancora deciso, ma anche per l’università la scelta ricadrà fra Medicina, Matematica o Fisica. Mi sento più portata». Con numeri ed esperimenti non ci si annoia. La App è già operativa. Il gruppetto, insieme alla professoressa Marina Bruno, potrà ora completare gli ultimi tasselli: l’Università Liuc di Castellanza si è detta disponibile a seguirli nell’implementazione del «quizzone» mentre i compagni hanno in serbo un open day alternativo: «Build your stem project», altra idea che ha vinto il contest di Edison.
«Realizzeremo otto stand espositivi di Fisica, Matematica, Informatica e Chimica – spiegano –. Coinvolgeremo in ciascuno uno studente e una studentessa della Bicocca e del Politecnico e mostreremo il funzionamento della gabbia di Faraday col cellulare,visualizzeremo le linee di forza del campo elettrico con la farina, estrarremo il Dna dalla frutta e faremo volare i palloncini senza elio per poi mostrare il legame fra matematica e giochi di illusionismo. Perché anche la matematica può essere magica».