GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Un parco lungo il decumano e minibus elettrici senza autista: ecco il sito Expo / VIDEO

Svelato il masterplan. Quartiere vivo 24 ore su 24

Un'immagine del rendering del progetto

Milano, 29 novembre 2017 - È sempre stato un vincolo dal quale non si sarebbe potuto prescindere. Ultimamente era diventato anche un rebus: come realizzarlo? Tutto in un’unica area o scandito lungo lo spazio disponibile? Il riferimento è al grande parco che dovrà rappresentare una delle eredità tangibili dell’Expo 2015. Un parco previsto dall’accordo di programma siglato nel 2008, da qui il vincolo. In quell’accordo si stabilisce debba occupare almeno 440mila metri quadrati del sito Expo, pari ad 1 milione di metri quadrati. La declinazione pratica dell’eredità verde è stata presentata ieri insieme alla più generale presentazione del masterplan del sito, a cura di Andrea Ruckstuhl e Andreas Kipar, entrambi del team di LendLease, la società australiana che supporterà Arexpo, proprietaria dei terreni, nello sviluppo dell’area.

Il parco occuperà, allora, 460mila metri quadrati. La spina dorsale dell’area saranno, in senso letterale, i 105mila metri quadrati di verde che si svilupperano lungo quel chilometro e mezzo di asfalto che oggi è il decumano. Esatto: la strada che attraversava l’Expo e ne divideva i padiglioni, diventerà un parco lineare. Intorno ad esso ci saranno 4 parchi tematici, a vocazione specifica. A nord ecco i 60mila metri quadrati del «Parco del cibo e della salute», con giardini sensoriali e orti didattici anche al servizio di un polo scolastico, e i 70mila metri quadrati del «Parco dello sport» con campi da gioco, pista d’atletica e skate park. A sud del decumano ci saranno un orto botanico di 23mila metri quadri con serre sperimentali e un lido attrezzato e, infine, un parco di connessione con percorsi ciclopedonali, attrazioni per bambini e un percorso vita, tutto in 37mila metri quadrati. Sul sito saranno piantumati oltre tremila alberi, rivalorizzati 4mila metri quadrati di canali e specchi d’acqua e altrettanto spazio sarà dedicato alle vasche di fitodepurazione. Senza contare la Collina Mediterranea.

A quei 460mila metri quadrati di parco di cui sopra, si arriva sommando al verde anche le aree “ibride”, quindi con un misto di verde, pavimentazione ed edifici che rientrino, però, nel concetto di un parco da vivere 24 ore su 24. «In questo progetto – dice Kipar –, il verde non ha solo una funzione romantica ma sociale e pratica». Nei quattro parchi sarà possibile fare attività (a tema). Il parco dello sport, ad esempio, piace parecchio al rettore Gianluca Vago perché nel campus che l’Università Statale intende realizzare sul sito Expo ci sarà anche la facoltà di Scienze Motorie. Attenzione, poi, all’altra novità annunciata ieri: tutti gli edifici privati che affacceranno sul decumano e sul cardo (nel frattempo trasformato in «viale degli eventi») dovranno ospitare al pianterreno, sotto gli uffici, servizi pubblici come negozi, locali di ristorazione, spazi per l’arte, per creare così un «common ground», uno spazio comune. Non solo terziario ma, appunto, un parco composito e animato. All’interno del quale, altra novità, ci si sposterà con veicoli elettrici e senza conducente: la mobilità alternativa e sostenibile è un tratto caratterizzante il progetto. In questo puzzle, le tre grandi funzioni pubbliche saranno collocate a nord del decumano e sono rappresentate dallo Human Technpole, un centro di ricerca sulle tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita e dell’invecchiamento, il campus scientifico della Statale e la nuova sede dell’Ospedale Galeazzi. Le imprese private saranno collocate a sud del decumano. Già arrivate ad Arexpo una cinquantina di manifestazioni d’interesse firmate da multinazionali, soprattutto del settore farmaceutico, come Novartis e Celgene, e tecnologico, quali Ibm e Abb. Ora tocca a LendLease concretizzare tali disponibilità e portare i brand sul sito. Con la supervisione di Arexpo: «Noi non abdichiamo al ruolo di registi» precisa l’amministratore delegato Giuseppe Bonomi.