L’infettivologo Galli risponde ai pm: “Non ho pilotato nessun concorso, ho la fama di essere imparziale”

L’ex primario del Sacco è a processo per falso in concorso e turbativa d’asta in merito alle selezioni di aprile 2020

Massimo Galli, infettivologo e ex docente universitario

Massimo Galli, infettivologo e ex docente universitario

Milano, 12 marzo 2024 – Un infettivologo “imparziale”, lontano “da alcun favoritismo” e “senza nessun professore universitario in famiglia”: sono queste le difese di Massimo Galli, infettivologo e docente alla Statale di Milano, le cui idee e regole sono state ampiamente seguite (e alle volte discusse) durante la pandemia di Covid-19.

Da fine 2021, l’ex primario del Sacco è indagato dalla procura di Milano per falso in concorso e turbativa d'asta in un'inchiesta su concorsi universitari truccati: nel novembre 2022 la procura ha chiesto (e ottenuto) il processo.

Durante l’udienza odierna, alla prima domanda posta in aula nel corso del suo interrogatorio Galli ha negato di aver truccato concorsi, dichiarando di essere spesso chiamato come commissario ai concorsi “perché avevo fama di essere imparziale".

La presunta preferenza del collaboratore

“Nessun professore universitario tra me e Adamo ed Eva" ha riferito l’infettivologo, imputato di aver preferito il suo collaboratore Agostino Riva a svantaggio del primario del Niguarda Massimo Puoti: il primo ha raggiunto un punteggio di 69,9 contro i 67,4 punti di Puoti.

Galli, docente alla Statale di Malattie infettive fino a due anni fa ha chiarito come si è svolto il concorso che nell’aprile 2020 ha portato Agostino Riva, suo collaboratore e ora suo coimputato, a ottenere il posto di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente.

Le competenze dei due candidati

Durante le due ore in cui Galli ha esposto le sue posizioni, ha inoltre precisato che "stava nella logica delle cose che Riva si presentasse al quel concorso" e ha spiegato anche che, per quanto le competenze di Puoti fossero ampiamente apprezzate, la commissione non si aspettava che facesse domanda: "La commissione conosceva Puoti - ha risposto Galli alle domande del pm – e le sue competenze nell'ambito dell'epatite e infezioni del fegato ma eravamo tutti convinti che non si sarebbe presentato, essendo più interessato al concorso di Napoli”.

I metodi di selezione

"Avevamo bisogno contestualmente di un giovane», ha aggiunto e “il profilo del candidato è definito dal Dipartimento in base alle esigenze tenendo conto dei curricula dei professori che andavano in pensione, della tradizione di ricerca e di determinate competenze necessarie”, ha continuato negando di aver fatto pressioni per una valutazione personale come sostiene l'accusa.

Infine, rispetto all'incompatibilità degli orari del verbale di commissione, evidenziate da alcune intercettazioni messe agli atti, Galli ha affermato che non gli sarebbe costato nulla cambiare l’orario “ma mi sono dimenticato di farlo”.