MASSIMILIANO MINGOIA e NICOLA PALMA
Cronaca

Manganellate alla trans a Milano, vigili a processo: il Comune non è parte civile

Via all’udienza preliminare per i ghisa accusati delle lesioni a Bruna. Il fermo davanti alla Bocconi, lo spray urticante e i colpi col distanziatore

Manganellate alla trans in via Sarfatti a Milano

Manganellate alla trans in via Sarfatti a Milano

L’udienza preliminare è iniziata giovedì. L’avvocatura del Comune, interpellata dal gup Patrizia Nobile, ha dichiarato l’intenzione di Palazzo Marino di non costituirsi parte civile contro gli agenti della polizia locale che rischiano il rinvio a giudizio per le manganellate alla trans Bruna in via Sarfatti. Presenti anche due associazioni che tutelano i diritti Lgbt e i rappresentanti del Codacons, anche se nei capi d’imputazione la Procura, come ribadito anche l’altro giorno, non ha contestato l’aggravante della discriminazione razziale.

La mattina del 24 maggio 2023, due ghisa arrivano in via Giacosa per una segnalazione di una persona molesta nei pressi della scuola del parco Trotter. La trans di origine brasiliana viene bloccata e portata in macchina, per essere accompagnata all’ufficio arresti e fermi di via Custodi. Durante il tragitto, nella versione dei vigili, la quarantenne dà diverse testate contro la parete divisoria, per poi ammutolirsi all’improvviso. In via Castelbarco, il conducente della macchina ferma la marcia, temendo che Bruna abbia avuto un malore. Tempo di aprire la portiera e la trans si riprende di colpo e riesce a scappare a piedi.

L’inseguimento dura alcune centinaia di metri, fin quando i ghisa, anche con l’aiuto di un passante in motorino, riescono a raggiungere e fermare la brasiliana in via Sarfatti, proprio davanti agli ingressi dell’università Bocconi. La scena viene immortalata da alcuni studenti con le telecamere dei loro smartphone: si vede la trans che cade, un agente che le spruzza per due volte una sostanza urticante verso il volto e il collega che la colpisce per quattro volte con il distanziatore alla testa, al fianco destro e alla tempia sinistra. Ed è proprio questa una delle condotte contestate ai ghisa: aver aggredito violentemente Bruna "mentre si trovava a terra in posizione di resa", abusando dei poteri inerenti a una funzione pubblica. L’altra accusa è quella di falso in atto pubblico, perché secondo i pm gli agenti avrebbe scritto nel verbale informazioni poi smentite dalla successiva attività investigativa.

Oltre ai due vigili che hanno operato nelle fasi più concitate, sono stati indagati anche un terzo agente arrivato in un secondo momento e altri due colleghi. La Procura ha chiesto il processo anche per la trans con le accuse di resistenza, lesioni e ricettazione di una tessera dell’Atm. "Siamo soddisfatti per la decisione del Comune, ma chiediamo regole d’ingaggio certe e tutele legali – commenta il segretario del Sulpl Daniele Vincini –. In caso contrario, i colleghi avranno sempre più timore a intervenire".