Majorino in via Bolla "Un laboratorio di malgoverno: ora Aler va ribaltata"

Il candidato presidente del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle rilancia l’idea di un ufficio del governatore in un quartiere popolare. La replica della Sardone (Lega): "Ormai è affetto da annuncite"

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di Giambattista Anastasio

"Aler, in particolare a Milano, ma non solo, è il laboratorio del malgoverno e della malagestione della Regione Lombardia e da presidente voglio cambiarla totalmente". Così Pierfrancesco Majorino, candidato governatore del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni Regionali, a margine del sopralluogo condotto ieri alle case popolari di via Bolla insieme alla consigliera regionale Carmela Rozza.

L’obiettivo dell’europarlamentare del Pd è chiaro: "Voglio ribaltare Aler positivamente, gestirla molto meglio, in modo che 15mila case di proprietà pubblica non rimangano vuote e riuscire a far sì che nei quartieri di edilizia residenziale pubblica arrivi anche nuova popolazione giovanile per favorire il mix sociale". Quindi la replica al centrodestra: "Ho trovato veramente sbagliate le critiche che mi hanno rivolto esponenti di destra quando ho detto che porterò in un quartiere Aler l’ufficio del presidente e della Giunta regionale. Sono convinto del fatto che noi dobbiamo riuscire a far sì che la Regione si avvicini molto di più ai cittadini. E sul tema Aler e case popolari si gioca un bel pezzo di questo rilancio".

Quanto a via Bolla, Majorino commenta: "Qui ci troviamo di fronte ad una situazione incredibile. La Regione per tanti anni non è intervenuta lasciando crescere il degrado in luoghi di propria proprietà e poi, alla fine ha fatto, dopo tanto sacrosanto lamentarsi dei cittadini , interventi di sgombero. E oggi il rischio, e la beffa, è che dopo tanto tempo nasca una discarica". Per chi non lo ricordasse, il 28 ottobre scorso Aler e la polizia locale hanno provveduto a sgomberare gli ultimi occupanti abusivi rimasti nel caseggiato che unisce i civici dal 38 al 42 e a elevare intorno allo stesso caseggiato un muro bianco per evitare che le persone appena allontanate potessero tornarvi. Contestualmente si è provveduto alle demolizioni interne, a demolire gli appartamenti: il piano di riqualificazione prevede, infatti, che le mura esterne dello stabile restino quelle che sono ma siano ripensati gli alloggi e gli spazi interni. I lavori di riqualificazione, però, non sono ancora iniziati.

"Bene gli sgomberi – ribadisce Rozza – ma il progetto di riqualificazione ancora non c’è. Aler dice che lo appalterà entro febbraio e che a settembre, forse, partiranno i lavori. Nel frattempo non è possibile che rimanga questo palazzo-cadavere i cittadini prima hanno subito le occupazioni, poi hanno subito il degrado, oggi si trovano, come avevamo purtroppo preannunciato ad aprile, con un palazzo pieno di macerie e immondizia che renderà di nuovo invivibile il quartiere". A replicare è Silvia Sardone, commissaria milanese della Lega: "Majorino rilancia la promessa di trasferire il proprio ufficio in un quartiere popolare nel caso, impossibile, dovesse vincere le elezioni Regionali. Ormai è affetto da annuncite. Non capisce che lui le periferie non riuscirebbe a raggiungerle nemmeno col tom-tom".

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