ANNA GIORGI
Cronaca

Milano, Maison Artc e le donne con burqa e hijab

Lo stilista Artsi Ifrach scherza per evitare fraintendimenti: una presa in giro contro gli eccessi di chi teme troppo il coronavirus

Moda Maison Artic

Milano, 20 febbraio 2020 - Il primo impatto, se non si usa un po’ di ironia, può suscitare una reazione di immediata protesta. Le donne di Artsi Ifrach lo stilista marocchino meglio conosciuto come Maison Artc, hanno burqa e hijab. Va bene la multiculturalità, lui, star del fashion hub al museo della Permanente, è arabo, nato a Gerusalemme, ha vissuto a Tel Aviv, Londra, Parigi, Amsterdam prima di trasferirsi definitivamente in Marocco, a Marrakech, ma la donna in burka integrale no, rischia di lanciare un pericoloso messaggio sessista, proprio in tempi di proteste anche per le "donne che stanno un passo dietro l’uomo". Sdrammatizza l’acclamato stilista che parla di esaltazione dello spirito e dell’intelligenza, non solo del corpo della donna e aggiusta il tiro con ironia di fronte a qualche viso perplesso, parlando con il sorriso di "coronavirus mood" prendendo in giro l’immancabile mascherina a coprire mezzo viso e gli abiti quasi integrali di chi teme l’invasione dei microbi. Va già meglio.

Poi, si sa, la moda usa mille strade per lanciare messaggi, a gettare acqua sul fuoco arriva il presidente della camera della moda Carlo Capasa, impegnato già a gestire la complicata emergenza "defezioni Cina", che in termini di business è vero disastro, e sul burqa dice: "L’arte e la creatività non vanno analizzata con preconcetti, va sempre lasciata all’artista la libertà di interpretare e di lanciare messaggi come crede". Non c’è una donna che abbia il viso scoperto nella moda di Artsi, il corpo, in compenso, è ammantato di tessuti preziosissimi. "Nella mia infanzia - spiega lo stilista - ho sempre visto donne velate, fanno parte della mia cultura, io le ho rese belle e spirituali". Oltre a Maison Artc, al fashion hub The Bicester Village Shopping Collection collabora con la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) in un progetto speciale, dedicato a cinque designer africani. Questa scelta riflette lo spirito dei villaggi, pionieri nell’innovazione e nella ricerca di nuovi talenti, nonché la volontà di sostenere una nuova generazione di designer che incarna l’importante identità della moda africana, riconosciuta per la sua creatività e l’artigianalità.