
Lucio Battisti è scomparso il 9 settembre 1998, a 56 anni
Milano – La 'querelle' Battisti è giunta al suo epilogo; almeno quanto alla causa che Sony Music aveva iniziato nel 2017 contro gli eredi di Lucio Battisti (la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca Battisti). La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 12956 pubblicata il 14 maggio 2025, ha rigettato il ricorso della major, condannandola al pagamento delle spese processuali.
L’accusa mossa da Sony
L'accusa mossa da Sony Music contro gli eredi di Lucio Battisti, per la quale era stata avanzata nei loro confronti una richiesta di risarcimento del danno di 7 milioni di euro, è la stessa che Mogol aveva mosso contro i medesimi anni prima: aver opposto un diritto di veto a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali di Lucio Battisti. In particolare, gli eredi di Lucio Battisti erano stati accusati da Sony Music di aver revocato il mandato alla Siae per l'utilizzazione on line delle opere musicali di Lucio Battisti (così impedendo a Sony Music di commercializzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti sulle principali piattaforme digitali, Spotify su tutte) e di aver ostacolato l'utilizzazione delle opere musicali di Lucio Battisti a scopo di sincronizzazione (così impedendo a Sony Music di utilizzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti in spot commerciali di noti marchi).
La decisione della Cassazione
La decisione della Cassazione determina adesso il passaggio in giudicato del rigetto delle domande di risarcimento del danno di Sony Music nei confronti degli eredi di Lucio Battisti; rigetto già pronunciato prima, rispettivamente, dalla Corte d'appello di Milano e dal Tribunale di Milano. "La decisione della Suprema Corte - spiega l'avvocato Simone Veneziano, legale degli eredi di Lucio Battisti - mette definitivamente la parola fine alla pretesa di Sony Music di sentir condannare gli eredi di Lucio Battisti a un risarcimento del danno milionario".
Il legale: sentenza significativa per 3 ragioni
"La pronuncia della Suprema Corte è significativa, soprattutto, per altre tre ragioni – dice il legale. In primo luogo, perché dei giudici hanno chiarito, definitivamente, che i contratti discografici stipulati da Lucio Battisti oltre cinquanta anni fa con i produttori fonografici danti causa di Sony Music non consentono, senza il consenso adesso degli Eredi di Lucio Battisti (o degli Editori musicali delle sue opere), né di utilizzare on line le registrazioni fonografiche che incorporano le interpretazioni a suo tempo eseguite da Lucio Battisti, né di utilizzare le medesime registrazioni fonografiche per la pubblicità di prodotti commerciali. In secondo luogo, perché si è evitato che si producesse un effetto dirompente nel settore della musica e, segnatamente, in quello dell'editoria musicale”.
"Sony Music, infatti, ha sostenuto in giudizio che siccome i diritti dell'autore dell'opera musicale, dell'interprete e del produttore fonografico che fissa l'interpretazione su supporto sono diritti che si condizionerebbero l'uno con l'altro, nel senso che non sarebbe possibile lo sfruttamento della registrazione di una canzone senza che tutti gli aventi diritto abbiano espresso il loro consenso, gli Eredi di Lucio Battisti sarebbero stati obbligati a consentire a Sony Music di utilizzare le registrazioni fonografiche delle canzoni di Lucio Battisti per sincronizzazioni a scopo pubblicitario. In caso di accoglimento della tesi di Sony Music, avremmo dunque assistito all'affermazione di un principio eversivo, secondo il quale l'utilizzazione economica di un'opera musicale, anziché dall'autore (o, per esso, dall'editore musicale), sarebbe governata dal produttore fonografico. Insomma, a 'comandare' sulle opere musicali non sarebbero stati più gli autori (o, per essi, gli editori musicali), ma le case discografiche” ha aggiunto l’avvocato Veneziano.
“Chiunque invece sa perfettamente che chi voglia utilizzare, ad esempio in uno spot pubblicitario, una qualsiasi canzone deve farne richiesta, separatamente, sia al titolare della registrazione fonografica, sia all'autore (o, per esso, all'editore musicale); e sa, ancor meglio, che ciascuno di tali soggetti è assolutamente libero di decidere se, a chi e per quale corrispettivo concedere la licenza". "In terzo luogo - ha concluso l'avvocato - perché gli Eredi di Lucio Battisti sono stati mandati assolti anche dall'accusa di aver violato, in qualità di amministratori delle società Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l. e Aquilone S.r.l. gli obblighi di diligenza nei confronti di Sony Music, non avendo addotto Sony Music alcuna condotta illecita degli amministratori diversa ed ulteriore rispetto a quella addebitata alle due Società".