Luca travolto in bici, il faro degli inquirenti sulla velocità del tram

Il conducente del mezzo, finito all’ospedale per lo choc, è tornato a casa. Prosegue l’ascolto dei testimoni e l’analisi dei filmati delle telecamere. Tra i messaggi, una mamma: "Dai ai tuoi genitori la forza di sopportare"

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di Marianna Vazzana

Luca con le cuffie alle orecchie per ascoltare la musica, seduto al banco di scuola. Luca con gli occhiali da sole. La vivacità di un ragazzino di 14 anni contrasta con l’immobilità delle foto appiccicate sui cartelloni realizzati dai compagni per rendere omaggio a Luca Marengoni, investito e ucciso da un tram martedì poco dopo le 8 mentre, in sella alla sua bicicletta, stava per raggiungere la sua scuola, il liceo scientifico Einstein dove frequentava la 1D da neanche due mesi. Tutta la comunità scolastica ieri lo ha ricordato nell’atrio, riempito di mazzi di fiori appoggiati sui tavoli e messaggi alle pareti. "Riposa in pace". I suoi compagni di classe hanno disegnato una racchetta da ping-pong con una pallina, perché era appassionato di questo sport, e sotto tutte le firme hanno aggiunto un cuoricino. Una mamma scrive su un cartellone "proteggi i tuoi genitori, veglia su di loro e dagli la forza per andare avanti, per sopportare la tua terribile assenza". Il giorno dopo c’è spazio solo per dolore e lacrime, mentre proseguono le indagini per accertare la dinamica. La Procura di Milano sta valutando di disporre una consulenza cinematica, affidata a esperti, per verificare la velocità a cui viaggiava il tram della linea 16 che ha investito Luca. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Maria Cristina Ria e condotta dalla polizia locale, l’autista dell’Atm è indagato per omicidio colposo stradale, un atto dovuto per svolgere tutti gli accertamenti. Da una prima ricostruzione è emerso che il conducente, di 55 anni, ha suonato più volte per segnalare il pericolo e ha provato a fermarsi in tempo (sono state trovate tracce della sabbia che il sistema frenante produce per fare attrito). L’uomo, che dopo l’incidente è stato accompagnato in ospedale sotto choc, è tornato a casa e verrà ascoltato nei prossimi giorni dagli agenti del Radiomobile, che da martedì stanno raccogliendo tutte le testimonianze. In Procura è intanto arrivato l’esito del primo accertamento: l’alcoltest sul tranviere è risultato negativo e si resta in attesa degli esami tossicologici completi. I ghisa nel frattempo stanno analizzando le immagini delle telecamere della zona, due private (una installata al distributore di benzina e l’altra davanti al supermercato vicino), in aggiunta a quanto registrato dagli occhi elettronici a bordo del 16, di cui sono stati scaricati anche i dati che rappresentano una sorta di “scatola nera“ del mezzo Atm. Gli investigatori hanno disposto pure l’esame autoptico sul ragazzo, oltre al sequestro della bicicletta e del tram.

In quel punto non sarebbe consentito l’attraversamento di pedoni o ciclisti. Stando ai racconti di due testimoni, la bicicletta di Luca ha svoltato a sinistra nel punto in cui si trova un attraversamento senza strisce pedonali, mentre quella del compagno di scuola che lo precedeva (in sella a un’altra bici) ha proseguito sul rettilineo. Con ogni probabilità, il quattordicenne voleva passare sull’altra carregiata, “accorciando“ la strada per infilarsi in via Einstein. Forse ha superato il tram e ha svoltato poco prima che il mezzo lo raggiungesse, pensando di fare in tempo. Ma non è stato così. Il ragazzino è morto tra le rotaie, dopo essere stato trascinato per sei metri. C’è stato bisogno dell’intervento dei vigili del fuoco per estrarre il suo corpo. Sotto il tram è rimasta anche la sua bici, spezzata in tre punti.

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