
Luca Lo Presti, 52 anni
Milano, 24 giugno 2016 - Una professione ben avviata, una bella casa, una macchina lussuosa, uno stile di vita sicuro. Luca Lo Presti aveva tutto. Luca ha avuto il coraggio di lasciare di tutto. Il suo viaggio inizia a Milano, nella sua Quarto Oggiaro dov’è nato e dov’è cresciuto. Ha studiato, si è rimboccato le maniche è diventato odontotecnico a Milano. E gli affari giravano, anzi volavano, mentre girava il mondo con la passione del trekking. Era tornato dall’ultima esplorazione con un libro di poesie di un poeta curdo. Un bel giorno nel suo studio una cliente ha notato il volume: "Scusi dottore, cosa sta facendo lei per il Kurdistan?". Una provocazione, un invito a guardare quelle terre lontane con occhi più profondi. La signora faceva parte di Amnesty International. "Così, io che attraversavo quei Paesi a piedi ho scoperto i diritti umani". Iniziano i primi viaggi in trincea, come volontario dell’associazione. In Romania il secondo “scossone” e l’incontro che gli cambia definitivamente la vita: vede un orfanotrofio con 260 bimbi, abbandonati, ammalati, hanno subìto violenze. Sta per chiudere. Lo Presti non ci pensa due volte: "Lo prendo io". Vende tutto, lascia le quote ai soci e dà vita a Pangea, una fondazione che si occupa di sorrisi sì, ma d’altro tipo.
Era il 2003: a 40 anni ha avuto il coraggio di rivoluzionare la sua vita. Oggi si volta indietro, senza ripensamenti, poi guarda avanti e all’ultimo progetto per donne con disabilità. "Le ultime degli ultimi", spiega. "Quello che mi ha colpito, nelle zone di guerra e nelle periferie del mondo, è che c’è tanta voglia di bellezza – racconta –. Può sembrare assurdo ma parlare di bellezza significa guardare tutto con occhi nuovi, ridare speranza".
Così è nato il progetto “Le parrucchiere di Calcutta” insieme all’associazione You. Da qualche anno diverse donne disabili chiedevano a Pangea corsi di formazione per estetista e parrucchiera. "Nel 2014 abbiamo avviato un progetto pilota – continua Lo Presti – si è arenato più volte per mancanza di soldi, ma abbiamo trovato alleati e siamo ripartiti. Tutto è trasparente, statuto, bilancio, fondi raccolti. Siamo i primi a dire a tutti di controllare sempre". Obiettivo? Creare una scuola per parrucchiere. Servono 80mila euro per avviare il motore. L’obiettivo è poi promuovere progetti di microcredito per far aprire piccole botteghe, come sperimentato in passato in Nepal, coinvolgendo i professionisti di Milano e non solo.
"Siamo tutti Pangea – ricorda Luca –. Abbiamo lanciato questo invito e creato un sito dedicato, la risposta è stata stupefacente. Molti parrucchieri stanno partecipando alla raccolta fondi, vendendo i nostri braccialetti, e si sono messi a disposizione in prima persona. Chi ne venderà di più verrà con noi a Calcutta a insegnare il mestiere a novembre quando speriamo di aprire la scuola». Nel suo viaggio Luca ha trovato benefattori e imprese che si sono lasciate coinvolgere. "Come resistere a un moderno San Francesco? – sottolinea Fabio Franchina, presidente di Framesi, specializzata nella cosmesi e nei prodotti per i saloni di belezza –. Abbiamo seguito il primo progetto in Nepal. Ci ha colpito l’attenzione verso l’universo femminile, perché chi aiuta le donne, aiuta i figli e la società. La rivoluzione parte da qui, dalla bellezza".