Furti milionari a Londra, gli 'uomini d’oro' incastrati da un cellulare

Dallo stesso numero è partita una chiamata dopo i tre colpi nel cuore di Londra. Ma del bottino da 50 milioni di sterline non c’è traccia

Tamara Ecclestone ha subito il furto il 13 dicembre, bottino da 50 milioni di sterline

Tamara Ecclestone ha subito il furto il 13 dicembre, bottino da 50 milioni di sterline

Milano, 9 agosto 2020 - Per mettere a segno il furto del secolo nella mega villa di Tamara Ecclestone, nel cuore di Londra, la sera di venerdì 13 dicembre dell’anno scorso i quattro uomini d’oro arrivano in taxi. Ne fermano uno al volo all’altezza della Old Church street, intorno alle 20.45, e si fanno portare a Kensington Church street. Da lì a piedi, camminando per strada come buoni amici attesi in un pub, i quattro raggiungono invece Palace Green nel cuore di Kensington, il quartiere del lusso nel quale oltre alla figlia miliardaria di Bernie Ecclestone, inventore del circuito della Formula Uno, vivono anche il presidente del Chelsea Roman Abramovich, il sultano del Brunei e la ccppia reale William & Kate.

In una delle zone più controllate e sorvegliate del mondo, dunque, stando alle indagini della polizia londinese i quattro ladri in trasferta dalll’Italia riescono in un’impresa che ha dell’ impossibile. Uno di loro resta fuori a fare il palo, gli altri tre attraversano dal retro il giardino di villa Ecclestone e forzando appena una finestra al piano terra si ritrovano dentro. Il sistema d’allarme non è acceso, così il terzetto attacca una delle quattro casseforti e la svuota di gioielli e contanti per 50 milioni di sterline. Una somma enorme. Poi i quattro se la danno a gambe evitando gli uomini della security. La fuga, incredibilmente, è ancora in taxi.

A tradirli saranno un cellulare e le telecamere di soveglianza. Gli investigatori londinesi analizzano a tappeto tutti numeri che hanno agganciato la cella telefonica che copre la villa, prima e dopo quei pochi minuti in cui è avvenuto il colpo. E ne trovano uno che, guarda caso, è entrato in funzione anche in due occasioni diverse pochi giorni prima, agganciando celle telefoniche intorno alla casa dell’allenatore del Chelsea Frank Lampard e alla villa del defunto patron del Leicester Vichai Srivaddhanaprabha, proprio mentre i soliti ignoti erano in azione nelle due lussuose dimore. Quel numero è di un cellulare in uso a Jugoslav Jovanovic, italiano di etnia sinti residente a Milano, curriculum criminale non di primo piano ma ritenuto il capo della banda. Il confronto con le immagini riprese dalle telecamere è semplice, perché l’uomo ha agito a volto scoperto. E’ lui che compare in tutte e tre le scene del crimine: dentro le ville di Lampard e del magnate, all’esterno di quella Ecclestone.

È dall’esame delle telefonate partite dal cellulare di Jovanovic nei giorni precedenti, che la polizia londinese arriva così ai due italiani ora in carcere in attesa della probabile consegna alla giustizia britannica. Uno si chiama Alessandro Donati, 43enne milanese con qualche precedente per furto e ricettazione, l’altro è un suo amico incensurato, Alessandro Maltese, 44enne residente nel Varesotto. Per l’accusa, i loro volti sono quelli fissati dalle immagini registrate dalle telecamere nella residenza del defunto magnate thailandese e di villa Ecclestone. La polizia scopre che Donati e Maltese hanno viaggiato insieme su un volo Easy Jet da Malpensa a Londra il 9 dicembre, non erano ancora in Inghilterra dunque il primo dicembre quando venne svuotata la casa di Frank Lampard. Con Jovanovic quella sera c’è un altro uomo il cui volto, in parte nascosto da una sciarpa, compare anche all’interno delle altre due ville. Si tratta di Daniel Vukovic, sinti di nazionalità croata ma residente in Italia. E’ arrivato in Inghilterra con lo stesso volo di Jovanovic il 30 novembre, proveniente da Stoccolma.

Una volta individuati i quattro uomini d’oro, la polizia della City segue a ritroso le loro mosse. Scopre che nelle due settimane dei furti hanno alloggiato in città nel Tkl Apartments & Hotels. Ricostruisce i loro movimenti nella metropoli non solo in taxi prima e dopo l’ultimo colpo, ma anche in metrò e gli incontri della banda nella stazione ferroviaria di St. Mary’s Cray. Dalle telecamere si vede una valigia che in due occasioni passa di mano, forse il bottino milionario svanito nel nulla. E lì, insieme ai quattro uomini, compaiono nelle immagini del gruppo anche una donna, la romena Maria Mester che lavora a Milano come donna delle pulizie e suo figlio Emil Savastru, che ha affittato con Airbnb l’alloggio londinese per la banda.

È proprio Savastru il primo a finire in manette il 30 gennaio a Heatrow, fermato mentre sta per spiccare il volo verso il Giappone. La madre Maria lo segue in carcere il giorno dopo, bloccata a Stanstead appena tornata a Londra proveniente da Malpensa, incastrata da un selfie “postato“ su Facebook con addosso due orecchini rubati alla Ecclestone. Donati e Maltese vengono presi in Italia a metà luglio in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Nessuna traccia dei due sinti invece, per ora. Vukovic risulta essersi imbarcato su un volo per Belgrado, Serbia, lo scorso 18 dicembre insieme a Maria Mester. Chissà cosa c’era nei loro bagagli. Jugoslav Jovanovic è ripartito da Londra lo stesso giorno con un volo diretto a Milano. Da allora sembra svanito nel nulla.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro