Covid, Speranza firma: la Lombardia resta zona rossa

Avanti con le attuali limitazioni almeno fino a venerdì 27, poi potrebbe esserci un allentamento e il passaggio all’arancione

Il governatore lombardo, Attilio Fontana. Sette giorni decisivi, i prossimi

Il governatore lombardo, Attilio Fontana. Sette giorni decisivi, i prossimi

Milano, 21 novembre 2020 - La Lombardia resta zona rossa per almeno un’altra settimana, almeno fino a venerdì 27 novembre. Lo ha deciso ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmando l’ordinanza con la quale ha confermato, per la Lombardia, la decisione presa il 4 novembre scorso, «ferma restando – però – la possibilità di una nuova classificazione». Detto altrimenti: l’ordinanza varata ieri dal ministro scade il 3 dicembre, la Lombardia, dal punto di vista dei dati, si trova già oggi in una situazione da zona arancione ma perché si possa passare da uno scenario di rischio all’altro, perché si possano attenuare le misure in vigore occorre attendere, come da decreto, la scadenza di venerdì 27.

A quel punto, se zona arancione sarà, la richiesta della Regione, forte del sostegno arrivato l’altro ieri dai sindaci delle città capoluogo, sarà quella di rendere arancione l’intera Lombardia, senza distinzioni tra le province. Nelle ultime 24 ore, intanto, sono stati effettuati 42.248 tamponi e i nuovi casi positivi sono stati 9.221, pari al 21,8% del totale. In terapia intensiva si trovano 930 persone, 15 in più rispetto all’altro ieri, mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono saliti di 13 unità, per un totale di 8.304. In tutta la Lombardia si sono poi verificati, sempre nelle ultime 24 ore, 175 decessi, per un toale di 21.190 deceduti dall’inizio della pandemia. A Milano e hinterland i nuovi casi sono stati 3.706, dei quali 1.547 solo a Milano città.

A proposito di misure restrittive in vigore per prevenire i contagi da Coronavirus, tra queste continuerà ad esserci anche nella settimana in arrivo la scuola a distanza per gli studenti di seconda e terza media e per quelli delle scuole superiori. Da qui il messaggio arrivato ieri dal presidente della Regione, Attilio Fontana: «Avremo superato questo momento di limiti e regole solo quando i nostri ragazzi potranno tornare alla vera scuola delle relazioni e degli incontri; allo sport, alla piena libertà». Parole proferite in coincidenza della Giornata mondiale dei diritti del bambino e della campagna lanciata dall’Unicef, in omaggio della quale Palazzo Lombardia, ieri sera, si è colorato di blu.

E a proposito di bambini, ieri il “Simpef“, il sindacato dei pediatri di famiglia si è rivolto a Fontana chiedendo ragguagli sulle modalità con cui somministrare i vaccini anti-influenzali ai bambini dai 2 ai 6 anni. La lettera che la componente lombarda del sindacato, guidata da Ezio Finazzi, ha inviato ieri al governatore si focalizza soprattutto su un quesito: ai bambini bisogna assicurare una sola dose, come avviene in Gran Bretagna ed in altri Paesi europei, o invece due dosi, con la seconda somministrata ad almeno un mese di distanza dalla prima? La risposta a questa domanda «non è chiara», secondo il sindacato Simpef. Diversa la versione della Regione, che spiega di aver chiesto al Ministro della Salute se anche in Italia ci si debba limitare ad una sola dose o se serva, invece, anche il richiamo. Ma dal Ministero non è ancora arrivata alcuna risposta. Una situazione della quale la Regione assicura di aver già messo al corrente tutti i pediatri. 

mail giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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