A settembre 24 classi (e 180 maestri) in meno nelle scuole di Milano

L’effetto del calo demografico sulle primarie. Dove continuano a crescere però le richieste di insegnanti di sostegno: introvabili

Studenti in classe nel primo giorno di scuola alle elementari

Studenti in classe nel primo giorno di scuola alle elementari

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Milano - ​A settembre ci saranno 24 classi in meno a Milano rispetto a quest’anno (oggi sono 6.119 in tutto, con una media di 20 alunni ciascuna). L’effetto del calo demografico continua a farsi sentire, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e alle elementari Dal 2018/2019 la popolazione scolastica in Lombardia è in picchiata: alle materne si è passati dai 110.493 bimbi iscritti nel 2018 ai 102.666 di quest’anno; alla primaria dai 430.362 alunni di quattro anni fa ai 400.188 di oggi. Alle medie sono 264.826 gli iscritti, erano 268.011 l’anno prima. Il calo non si vede per ora alle superiori, con studenti in aumento dai 382.469 del 2018 ai 394.174 del 2021/2022.

«Dalle prime stime si contano 24 classi in meno a Milano – conferma Massimiliano Sambruna, segretario generale Cisl Scuola Milano – e sarebbero 180 i posti in meno in organico alla primaria. Escludendo le scuole che per varie ragione sono cresciute e hanno ricevuto più domande di iscrizione, ci sarà in media un insegnante in meno in ogni scuola. La riduzione è dovuta anche a un numero inferiore di alunni, ma si sta lavorando con l’ufficio scolastico e con le parti sociali per ragionare sulle compresenze, sull’organico di potenziamento e sulle esigenze effettive della scuola, che aumentano". Perché a fronte di un calo continuo degli alunni, crescono costantemente le certificazioni di disabilità e di bisogni educativi speciali e le richieste di sostegno.

A Milano su una popolazione di 358.072 bambini e ragazzi, 15.994 avevano diritto al sostegno già dalla prima campanella e le certificazioni continuano ad arrivare in corso d’anno, come i posti in deroga autorizzati. "L’organico di diritto è stato aumentato già di 11mila unità a livello nazionale – continua Sambruna – ma aumentano di fatto i precari da cercare e le difficoltà a coprire questi posti: mancano gli insegnanti di sostegno specializzati". Sia perché c’è ancora chi preferisce l’insegnamento della materia e, di fatto, prova la via del sostegno per raggiungerla; sia perché anche i corsi universitari per la specializzazione sono a numero chiuso e i laureati non riescono a soddisfare le richieste che continuano ad arrivare.

«Noi avremo sette classi in più nelle secondarie di primo grado, anche per l’apertura della scuola di via Adriano, ma ci siamo visti ridotti l’organico di diritto alle primarie – fa i conti Antonella Caleffi, preside dell’istituto comprensivo Perasso –. Ci sono state tolte tre unità, il che comporta un grosso sacrificio anche perché sto cercando di conservare lo stesso numero di classi, con una media di 24 bambini ciascuna. Cercheremo di utilizzare diversamente l’organico di potenziamento e speriamo che i numeri cambieranno quando sarà autorizzato l’organico di fatto". Ma la vera urgenza resta ovunque sul sostegno.

"Su 25 docenti della primaria ne ho sei specializzati – conferma la preside –, nella secondaria di primo grado sono cinque specializzati su 19. Si fa una fatica terribile a trovarli e purtroppo la differenza si sente: molti degli insegnanti che arrivano dalle graduatorie dei supplenti non hanno la preparazione necessaria per affrontare una didattica differenziata. Alcuni compensano con il buon senso e la buona volontà, ma c’è un turnover eccessivo. Per bambini tanto sensibili e delicati ci vorrebbero figure di riferimento fisse, che li seguano nel percorso".

 

 

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