ROBERTO CANALI
Cronaca

Il cemento non si ferma, la Lombardia prima in Italia per consumo di suolo

Case e palazzi coprono il 12,16% della superficie totale: una quota per abitante pari a 291,94 metri quadri. E così la regione è sempre più esposta al rischio idrogeologico

Un cantiere

Un cantiere

Nonostante le promesse, gli impegni e i programmi elettorali praticamente di tutti i candidati sindaci, da destra a sinistra, che si sono candidati negli ultimi dieci anni in Lombardia il consumo di suolo continua inesorabilmente ad aumentare. In Italia nel 2022 se ne sono consumati 2,4 metri quadrati ogni secondo e in dodici mesi il cemento si è mangiato 77 chilometri quadrati di superficie, il 10% in più rispetto al 2021 e soprattutto il valore di consumo più alto negli ultimi 11 anni.

La Lombardia è la prima regione in Italia per suolo consumato ben 290.278 ettari, il 13,5% del totale della superficie coperta in Italia si concentra nella nostra regione dove strade, case e palazzi coprono il 12,16% della superficie totale. Una quota per abitante pari a 291,94 metri quadri, con 908 ettari antropizzati solo nell’ultimo anno. Paradossalmente mentre la popolazione diminuisce il consumo di suolo accelera, ma non dappertutto allo stesso modo.

Milano ad esempio in base ai dati raccolti dall’Ispra è la provincia più cementificata con 50.151 ettari quadrati e il 31,81% della superficie coperta, ma se si considera la percentuale di edificato in relazione alla dimensione della provincia a Monza e Brianza sono messi peggio con una percentuale di costruzioni pari al 40,72% della superficie disponibile. Segue Varese con una percentuale di superficie edificata del 21,1%, poi più staccate Como (12,25%), Lodi (12,31%), Lecco (12,04%), Bergamo (11,93%), Brescia (10,47), fanalino di coda Sondrio con il 2,65%.

La classifica cambia ancora mettendo in rapporto il suolo consumato per abitante con Mantova che balza al primo posto con oltre 615 metri quadri consumati procapite, segue Pavia con 530, Cremona con 528, Sondrio con 474 Brescia con 400 e paradossalmente Milano e Monza si rivelano le più virtuose con 156 e 189 metri quadri per abitante. Tra i capoluoghi Milano è per distacco la città più cementificata della Lombardia con il 58,67% della superficie ricoperta da cemento (10.668 ettari quadrati), segue Monza con il 49.40%, Bergamo con il 44,91%, Brescia con il 44,15%, ultima Lecco con il 17,89% di superficie cementificata, appena prima di Sondrio che si attesta sul 19,59%.

La cementificazione influisce anche sul clima, diversi studi dimostrano come le città diventano sempre più calde e la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di oltre 8°C a Milano. Il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico.