Lombardia Film Commission, fondi gonfiati per la Lega: arrestati i commercialisti

Milano, capannone ceduto all’ente della Regione al doppio del valore. Ai domiciliari tre professionisti e un quarto uomo. Per i pm organizzarono tutto

Quella della Film commission è una delle inchieste che riguarda la Regione

Quella della Film commission è una delle inchieste che riguarda la Regione

Milano, 11 settembre 2020 - Agli arresti domiciliari da ieri pomeriggio i tre commercialisti vicini alle Lega coinvolti nell’inchiesta relativa alla vicenda di "Lombardia Film commission" e alla compravendita di un immobile a Cormano. Ai tre professionisti, Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, insieme a Fabio Giuseppe Barbarossa, cognato di Scilieri coinvolto nell’operazione, sono stati contestati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare sono stati i militari del nucleo di Polizia economico-finanziario della Guardia di Finanza. La richiesta di misura cautelare era stata avanzata già a metà luglio, ma poi uno dei possibili destinatari, Luca Sostegni, considerato il braccio destro di Scillieri, aveva tentato di scappare in Brasile ed era stato fermato dopo aver tentato di ottenere denaro in più dai tre commercialisti per il suo ruolo di “prestanome“ avuto nella vicenda.

Una vicenda complessa, nella quale proprio Sostegni avrebbe giocato un ruolo fondamentale. Scillieri, nel cui studio era domiciliata la "Lega per Salvini Premier", nel luglio del 2016 aveva nominato il 62enne Sostegni liquidatore della società Paloschi che tra i beni aveva proprio il capannone a Cormano. Una manciata di giorni dopo, l’immobile era stato ceduto per 400mila euro (mai pagati) alla società Andromeda e poi rivenduto a distanza di sette mesi alla Lombardia Film Commission (Lfc), ente guidato allora da Di Rubba, per ben 800mila euro, esattamente il doppio del prezzo, soldi che Lfc aveva ottenuto come finanziamento da Regione Lombardia.

Tra i punti ancora da chiarire, proprio dove siano finiti i proventi di quella vendita, messa a punto dalla Lombardia Film Commission dopo che la Regione, all’epoca presieduta ta da Roberto Maroni, l’aveva rifinanziata con un milione di euro. Di certo c’è che parte di quei 400mila euro sono tornati nella disponibilità dei commercialisti, altre tranche sono andate a imprenditori vicini alla Lega e altre cifre sono state accreditate su altri conti che hanno portato i pm milanesi in Svizzera. È stata anche avviata una rogatoria, ma nel frattempo gli inquirenti hanno scoperto che Sostegni non era nuovo al ruolo di testa di legno. Le operazioni per le quali l’uomo avrebbe fatto da prestanome sono svariate. Nei giorni scorsi Manzoni, attuale revisore dei conti della Lega chiamato nel partito dal tesoriere Giulio Centemero, si era presentato in Procura spiegando che il prezzo del capannonne di Cormano era raddoppiato dopo un’accurata ristrutturazione.  

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