
Quella della Film commission è una delle inchieste che riguarda la Regione
Milano, 11 settembre 2020 - C'è un altro indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sul caso della Lombardia Film Commission che ieri ha portato ai domiciliari quattro persone, tra cui tre commercialisti. Si tratta dell'imprenditore Francesco Barachetti, accusato di peculato e che i pm, in uno degli atti dell'indagine, definiscono "personaggio legato a Di Rubba e Manzoni", due dei commercialisti indagati, e "più in generale al mondo della Lega". Ieri, da quanto si è saputo, l'azienda dell'imprenditore è stata perquisita dalla Guardia di finanza di Milano. Per l'accusa l'azienda di Barachetti avrebbe incassato circa 260mila euro nell'affare sull'immobile per attività di ristrutturazione, ma si sta cercando di capire se l'imprenditore abbia ricevuto anche altre somme.
Revisore contabile Lega: non ho preso soldi
Andrea Manzoni, il revisore contabile della Lega alla Camera, ai domiciliari da ieri, in alcune dichiarazioni ai pm nei giorni scorsi ha riferito "di aver appreso da Di Rubba", direttore amministrativo del Carroccio al Senato e arrestato, "in occasione di alcune visite presso la sede della Lega in Milano via Bellerio, del finanziamento erogato dalla Regione in favore" della Lombardia Film Commission "finalizzato all'acquisto di un immobile". Lo scrive il gip di Milano Giulio Fanales nell'ordinanza eseguita ieri nell'inchiesta dell'aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi. Manzoni, sentito lo scorso 3 settembre dai pm di Milano, si è difeso sostenendo di "non avere percepito alcuna somma, in relazione all'operazione immobiliare" per la Lombardia Film Commission. Lo si legge nell'ordinanza del gip nella quale viene riportata la versione del professionista che, spiega il giudice, "non viene ritenuto attendibile, per plurime ragioni".
Gip: arrestati possono colpire ancora
I tre commercialisti vicini alla Lega arrestati ieri, assieme ad una quarta persona, potrebbero ancora commettere "delitti della stessa specie". Lo scrive il gip Fanales motivando così le misure cautelari. Il gruppo, spiega il gip, ha "dimostrato una spiccata capacità organizzativa" con "perfetto riparto dei compiti" e "potenzialità operative" e si basa su "legami interpersonali (a base amicale, lavorativa e parentele in senso lato) particolarmente stretti e risalenti nel tempo" con un "vincolo di solidarietà reciproca". Sempre nell'ordinanza, si legge che il "gruppo beneficia, inoltre, degli incarichi di rilievo tuttora ricoperti da alcuni suoi componenti negli organigrammi di numerose società ed enti, fra i quali anche soggetti di diritto privato a partecipazione pubblica".
Le intercettazioni
"Ne faremo altre mille ... la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70". Così Michele Scillieri, commercialista vicino alla Lega arrestato ieri assieme ad altre tre persone, parlava intercettato a maggio con Alberto Di Rubba, direttore amministrativo per la Lega al Senato ed ex presidente della Lombardia Film Commission. È quanto emerge dall'ordinanza cautelare. I due, scrive il gip, parlano della "conclusione infelice dell'affare relativo alla fondazione e ai terreni" e dei "guadagni rivelatisi minori del previsto".
La riunione in rosticceria
Tra il 2016 e il 2017 una "riunione" tra tutti i "sodali" sull'affare della presunta compravendita gonfiata di un immobile per la Lombardia Film Commission avrebbe dovuto tenersi nella sede milanese della Lega, ma i tre commercialisti di fiducia del partito arrestati ieri, scelsero "un luogo meno rischioso perché più appartato" e da via Bellerio si trasferirono "all'interno di una tavola calda nelle vicinanze". Lo ha messo a verbale, come si legge nell'ordinanza del gip Giulio Fanales, Luca Sostegni, il presunto prestanome fermato lo scorso luglio e che in più interrogatori davanti all'aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi ha collaborato con gli inquirenti. Sia dagli atti già depositati che dall'ordinanza eseguita ieri emerge che per i magistrati è provato che "l'operazione immobiliare rivestirebbe natura sostanzialmente appropriativa, concretizzando di fatto l'impossessamento, da parte dell'allora presidente (di Lombardia Film Commission, ndr) Di Rubba e dei suoi sodali, del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica". Soldi, 800mila euro, che poi vennero dirottati, come già emerso e ricostruito anche nell'ultima ordinanza, su più società degli indagati e in parte finirono anche in Svizzera.
Il retroscena e la testimone "chiave"
Una responsabile della Lombardia Film Commission ha svelato, testimoniando davanti ai pm di Milano, la "perfetta corrispondenza fra la bozza di avviso" pubblico per la ricerca di un immobile per la nuova sede della fondazione, redatta dal commercialista Michele Scillieri e da lui "inviata" all'allora presidente della LFC Alberto Di Rubba, e "il documento definitivo" che venne poi pubblicato on line. Della testimonianza 'chiave' sull'affare della presunta compravendita gonfiata dell'immobile di Cormano si parla nell'ordinanza del gip Fanales. Il bando, secondo l'accusa, venne creato 'ad hoc' sulle caratteristiche di quell'immobile che poi venne venduto al prezzo gonfiato di 800mila euro da Andromeda, amministrata di fatto da Scillieri ritenuto "anello di congiunzione", alla fondazione LFC.
Salvini: sono persone oneste, fiducia nei pm
"Siamo tranquillissimi, da anni cercano soldi in Russia, in Svizzera, a San Marino, in Lussemburgo, Liechtenstein, ma non ci sono. Conosco due delle tre persone, sono persone oneste, corrette e quindi dubito che abbiano chiesto o fatto qualcosa di sbagliato. Però, ho piena fiducia nella magistratura" L'ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini a 'Radio anch'io' su Radio Rai 1. E ha aggiunto: "Conto che si risolverà in nulla".