Lombardia, culle vuote e terremoto occupazione: ogni 100 giovani ci sono 177 anziani

Squilibri e mancato ri cambio generazionale: incentivi alle nascite, altrimenti questo sistema collassa Oltre 250mila Neet under 34 e aziende a caccia di risorse

Lavoratori sempre più anziani e pensione sempre più lontana

Lavoratori sempre più anziani e pensione sempre più lontana

Milano, 2 luglio 2023 –  L’inverno demografico, con l’inarrestabile invecchiamento della popolazione, sta provocando un terremoto nel mondo del lavoro. Ogni 100 giovanissimi in Lombardia ci sono 177 anziani, secondo quanto emerge da un nuovo rapporto della Uil Pensionati regionale che ha analizzato l’indice di dipendenza, cioè il rapporto fra popolazione in età attiva e in età inattiva in un determinato territorio. Da un lato lavoratori di età sempre più avanzata con un mancato ricambio generazione, e dall’altro condizioni sempre più precarie per i giovani che entrano nel mercato del lavoro.

Esercito dei Neet

A metterci il carico da 90, in una situazione di squilibri che genera un "problema di sostenibilità economica", è la crescita dell’esercito dei Neet. Solo nella Città metropolitana di Milano sono 250mila i giovani fra 15 e 34 anni inattivi, che non studiano e non sono in cerca di lavoro, mentre le imprese continuano a registrare difficoltà nel trovare personale.

Lavoratori sempre più old

L’indice di ricambio della popolazione attiva – si legge nel rapporto Uil – ossia il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60/64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15/19 anni) ci mostra un indicatore molto alto, per la Lombardia 136, con picchi che a Pavia sfiorano 160". Significa una popolazione attiva sempre più anziana, con un ricambio generazionale squilibrato. "La statistica – spiega Serena Bontempelli, segretaria generale della Uil Pensionati Lombardia – con i suoi indici ci mostra la via. Un territorio che invecchia deve investire sulle strutture di accoglienza e di sostegno ai bisogni di quella popolazione, oppure individuare politiche atte a riequilibrare la situazione puntando su servizi alle giovani coppie per incidere sul calo demografico. Oppure, fare entrambe le cose. Quello che non si può fare è ignorare i segnali preoccupanti del cambiamento che sta avvenendo nella nostra società".

Orientare i giovani

Una delle possibili soluzioni è quella di orientare i giovani verso quegli impieghi che offrono maggiori opportunità di crescita, per uscire dalla spirale dei “lavoretti“ e del precariato. "Mentre l’occupazione continua a crescere sono ancora troppi i giovani che restano esclusi dal lavoro e dalla formazione", spiega il giuslavorista Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego della Città metropolitana. "La rivoluzione tecnologica in atto offre una chance straordinaria ai giovani – sottolinea – che sono nativi digitali e veloci nell’apprendere le nuove tecnologie. Ma occorre fornire loro la formazione giusta per soddisfare la crescita esponenziale delle nuove competenze richieste dalle aziende. Per questo Afol ha allargato il proprio catalogo formativo con corsi all’avanguardia per tutta la filiera delle professionalità legate al mondo dell’IT e dell’intelligenza artificiale".

Sicurezza sul lavoro

Intanto dell’ultimo incontro fra l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso e i sindacati Cgil, Cisl e Uil è arrivato un passo avanti su un altro fronte aperto, con lo stanziamento di oltre 21 milioni di euro per aumentare la sicurezza sul lavoro. "La Regione Lombardia a nostro avviso deve farsi carico anche di sostenere progetti di formazione on the job per le attività definite pericolose", spiega il segretario generale della Uil Lombardia, Enrico Vizza, che rilancia sulla proposta di "istituire il reato di omicidio sul lavoro".

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