L’omaggio della Scala a Pierre Lacotte

“Le papillon“ all’orizzonte nella sua versione. Intanto nel balletto debutta ““Le Spectre de la RoseRave”. Sabato la performance “Pioverà“

L’omaggio della Scala a Pierre Lacotte

L’omaggio della Scala a Pierre Lacotte

di Elisa Guzzo Vaccarino

La danza piange un coreografo francese classicissimo, grande amante del Sette-Ottocento, e saluta un autore di oggi che guarda alla Francia dei primi del Novecento per creare qualcosa di nuovo. È scomparso a 91 anni Pierre Lacotte, già ballerino all’Opera de Paris, ricostruttore amoroso di antichi repertori, e la Scala lo ricorda per la sua luminosa “Sylphide” volata a Milano nella stagione 2005-2006, amata e danzata nel ruolo di James anche dal direttore del balletto Manuel Legris, e per la sua “Fille du Pharaon” portata qui dal Bolshoi di Mosca nel 2007. E già si annuncia che nel prossimo gala per Carla Fracci si vedrà “Le papillon”, l’unica coreografia di Maria Taglioni, nella versione di Lacotte.

Intanto, nel segno di Ballets Russes parigini di Sergej Diaghilev, debutta il 15 e 16 aprile la nuova produzione di DancehausPiù per “Exister_23 Una Stagione di danza”, cioè “Le Spectre de la RoseRave” del coreografo residente Matteo Bittante; il titolo già indica il desiderio di rispecchiare l’oggi delle danze notturne a ritmo battente techno in un grande momento di danza del secolo scorso, a firma dell’innovatore Mikhail Fokin, protagonista il mitico Vaslav Nijinsky nel suo famoso salto attraverso la finestra per far visita a Tamara Karsavina, nel ruolo di bella dormiente. Si tramanda che il Divissimo di allora restasse sospeso in aria, lasciando senza fiato il pubblico, la crème della società dello spettacolo nella Ville Lumière.

Lo “spettro”, né uomo né donna, essere androgino seducente nelle braccia fluide e nei passi eleganti, è il profumo del fiore che un uomo ha regalato alla ragazza durante una serata di ballo; tornata nella sua camera, la giovane si addormenta e lo spirito della rosa le appare, la conduce in un valzer inebriante - di Carl Maria von Weber nell’orchestrazione di Berlioz - per poi sparire in un balzo prima che lei si risvegli. Dal rivoluzionario “Spectre de la rose” del 1911, ispirato al poema di Théophile Gautier, ecco ora l’interpretazione in chiave contemporanea di Bittante che trasforma il sogno d’amore di una fanciulla al ritorno dal ballo nel viaggio immaginifico di un quarantenne travolto dall’esperienza di un rave.

Una corrente impetuosa - va detto - di “rave dance” teatrale spazza l’Europa, da “Room with a View” del Ballet de Marseille a “The Dancing Public” di Mette Ingvartsen a “Into the Open” di Lisbeth Gruwez. Milano risponde. (www.dhpiu.com).

Sabato e domenica da non perdere “Pioverà”, una performance di Anne Teresa De Keersameker, anima della danza contemporanea in Belgio e maestra di danza “fuori sincrono”, in dialogo con la musica di Steve Reich, in più repliche al centro della mostra “Grand Bal” di Ann Veronica Janssens all’Hangar Bicocca.

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