
Il Duomo di Milano gremito per la messa dedicata a Papa Francesco (Salmoirago)
Visite turistiche sospese, c’è la fila alle porte del Duomo. "Non sono qui per turismo, sono qui per Papa Francesco", conferma un ragazzo originario della Nuova Zelanda: "Credo abbia sostenuto cause importanti in tutta la sua vita e penso al suo impegno aperto per la pace a Gaza. Lo ho stimato tantissimo. Sono qui per questo". "Ci sentiamo un po’ orfani – ammette nella fila opposta Paolo Colombo, di Milano – è importante essere qui oggi: è stato un grande Papa e un grande padre. Siamo grati a lui". Così Milano ricorda il pontefice, prima della messa di suffragio celebrata nel Duomo dall’arcivescovo Mario Delpini. Non ci sono panche vuote, nessuno passeggia tra le navate. Non c’è brusio, solo silenzio e commozione. Ed è lo stesso Delpini a ringraziare "per questa partecipazione numerosa e per questa preghiera così raccolta": "Papa Francesco ci invita a pregare per lui – sottolinea – in questi giorni tutti dovranno parlarne, molti avranno molto da dire, interpretazioni intelligenti da proporre, preoccupazioni da condividere perché il magistero di Papa Francesco non sia dimenticato. Noi cosa possiamo dire? Diremo solo questo: è un cristiano che ha fatto Pasqua".
In prima fila ci sono le autorità, il governatore lombardo Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, la vicesindaca Anna Scavuzzo, il prefetto Claudio Sgaraglia, il questore Bruno Megale. Durante la celebrazione viene utilizzato il calice che lo stesso Papa Francesco aveva donato all’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, durante la sua visita in città, il 25 marzo del 2017.
"Oggi un Papa non può fermare una guerra, probabilmente fa fatica anche a farsi ascoltare dai potenti. Cosa deve fare? Quello che ha fatto Francesco: parlare alla gente", ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine della messa di suffragio del Pontefice in Duomo. "Io ho avuto l’occasione di incontrarlo due volte, una volta all’epoca di Expo e l’altra quando è venuto a Milano – ricorda –. Gli dobbiamo riconoscenza, perché è stato un momento anche di gioia collettiva. E credo che anche lui con la sua parola abbia riconosciuto l’affetto di questa città". "È sempre stato una guida – continua il sindaco –, credo che abbia interpretato un po’ il momento storico: è passato dall’esercitare una leadership politica a una leadership morale. A mio giudizio è stato bravissimo nel comprendere i tempi e nel comportarsi di conseguenza. Spero che questo sia un insegnamento che rimanga. E dobbiamo fare tutto il possibile perché rimanga in questa città".
Pensa anche al periodo della pandemia il governatore lombardo Attilio Fontana : "Le parole del Santo padre hanno contribuito a darci ancora più forza. Il ricordo più vivo è stato quando lui ci ricevette a Roma con i nostri sanitari che avevano partecipato alla battaglia contro il Covid. Ci ringraziò per quello che avevamo fatto, ci rassicurò, ci fu estremamente vicino. Ebbe la voglia di scendere in mezzo a tutti i sanitari e gli infermieri e stringere loro la mano per ringraziarli personalmente ed esprimere la sua vicinanza e solidarietà. Sicuramente un gesto molto importante soprattutto in quel periodo".
Al termine della messa Delpini ha ricordato alcune indicazioni che le parrocchie della Diocesi sono chiamate a seguire in questi giorni di lutto per la morte del pontefice. Tra le disposizioni, pubblicate sul portale della Diocesi, vi è l’invito a celebrare in tutte le chiese e i santuari ambrosiani, in uno dei giorni dell’Ottava di Pasqua e secondo gli orari ritenuti più opportuni da ciascuna comunità, una solenne messa di suffragio per il Pontefice defunto oppure, in alternativa, una veglia funebre. Inoltre, a mezzogiorno di sabato, giorno dei funerali di Papa Francesco, le campane di tutte le chiese della Diocesi di Milano suoneranno a lutto.