Lodo Guenzi agli universitari: "A 19 anni anch'io volevo sparire. Resistete, è un attimo"

Il messaggio del cantante sul suicidio della studentessa alla Iulm. Il rettore: "Quel gesto fa emergere un dolore che non può essere ignorato"

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Milano - La ragazza di 19 anni , studentessa al primo della Iulm, che l’altra sera, invece di tornare a casa, di uscire con gli amici o col suo amore, si è chiusa a chiave in un bagno dell’università e s’è impiccata con una sciarpa, nella borsa aveva una lettera che parlava di "fallimento". Un particolare che ha crepato il cuore, oltre che alla sua famiglia, ai compagni, ai professori, anche a moltissimi che hanno conosciuto la sua storia solo per il finale tragico. Anche a uno “che ce l’ha fatta“ come Lodo Guenzi, il cantante de Lo Stato Sociale, che ha affidato a Instagram un post molto personale: "Non riesco a non pensare a quella ragazza. E no, a 19 anni non hai fallito niente. Ma lo pensavo anche io, a 19 anni". La foto è una scritta: "Io non volevo manco farla, ’sta università".

«Facevo seicento chilometri a settimana per andare a farmi dire che non ce l’avrei fatta, la mia prima ragazza era morta senza un perché e la seconda mi lasciava per la distanza – ricorda il cantante bolognese, che oggi ha 36 anni –. L’unico momento in cui ho pensato di mollare tutto, ma ancora più forte di voler sparire. A guardarlo adesso è stato un attimo, mi vergogno quasi a dirlo. Ma in quel momento sembrava l’unica via d’uscita logica, l’unica strada".

"Resisti – scrive Guenzi –. Non so se è una questione di gara dentro il percorso formativo, o il fatto che il mondo del lavoro fuori garantisca la sopravvivenza solo per chi eccelle, sacrificando i diritti ai tempi di produzione e trasformando la scuola non più in una palestra in cui poter sbagliare, ma in un assaggio delle frustrazioni di domani. Io vorrei dire a una ragazza che non sei tu che quel pensiero lo capisco. Ma che se resisti in quel momento, può essere che per te sia stato un attimo. E forza".

«Non ci sono parole» ha scritto, "ancora attonito e sgomento di fronte al tragico gesto di una vostra compagna", il rettore della Iulm Gianni Canova in una lettera agli studenti e ai lavoratori dell’università: "C’è un mistero, in un gesto così, c’è una ferita, c’è un dolore così grande che chiedono solo di essere ascoltati, con rispetto, nel silenzio. Oggi però sento il bisogno di rivolgermi a tutti voi per farvi sentire la vicinanza mia personale e di tutto l’ateneo. Anche se il gesto della ragazza ha motivazioni complesse e difficili da decifrare, la sua morte ha fatto emergere un disagio che non può essere ignorato".

 

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