Milano - Il nome di Liliana Segre, in un impeccabile carattere corsivo, compare nell’elenco sotto quello del padre Alberto, definito come "capofamiglia". Più in basso, sul foglio con l’intestazione del Comune di Milano, anche i nomi del nonno Giuseppe e della nonna Olga. La religione, nel freddo linguaggio della burocrazia che cela l’orrore delle leggi razziali, è indicata come "israelitica". È solo una delle quattromila schede di famiglia realizzate nell’ambito del censimento degli ebrei del 1938, rinvenute in un sotterraneo dell’Anagrafe del Comune di Milano e da ieri custodite nel Memoriale della Shoah sotto il “binario 21“ della stazione Centrale di Milano, punto di partenza dei treni diretti verso i campi di concentramento. "L’antisemitismo è ancora un pericolo – ha spiegato Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto che ha cancellato la sua famiglia e senatrice a vita – io ricevo, oltre all’abbraccio affettuoso delle persone, anche insulti e minacce".
Parole d’odio che nei giorni scorsi, per la prima volta, ha deciso di denunciare anche in Procura querelando uno degli autori dei messaggi. "Io sono la più vecchia in Europa, a 92 anni, che per l’odio antisemita ancora ha bisogno di essere protetta – ha proseguito – e questo credo sia una grande vergogna". Poi, davanti alle copie originali dei registri con il suo nome e quello degli altri 11mila ebrei milanesi schedati a partire dal 1938, ha ricordato il giorno in cui scoprì, all’età di 8 anni, "di non poter più andare a scuola perché ebrea", diventando "una bambina invisibile". E Segre (ieri ha accettato anche la tessera onoraria dei “Sentinelli di Milano“), ha lanciato il sasso, chiedendo uno sforzo maggiore per far conoscere il Memoriale. "Prima di avere la scorta venivo qui in taxi, e 99 tassisti su 100 non avevano mai sentito parlare di questo posto. Il sindaco Sala inviti qui tutte le loro cooperative: se anche i tassisti non conoscono il Memoriale, come si può sperare che le mie vecchie amiche vengano a visitare questo luogo?". Il sindaco ha ammesso che "il Memoriale è ancora poco conosciuto dai milanesi", e ha raccolto l’appello.
«La senatrice Segre – ha spiegato – mi ha chiesto di occuparmi di due cose nell’immediato: capire se a gennaio ci può essere una segnalazione del Memoriale su uno dei tram, il numero 1, che gira per la nostra città; la seconda cosa è se con grandi stazioni si può trovare una segnalazione analoga che indichi quel patrimonio di conoscenza che c’è qua". Una segnalazione in Centrale che, a distanza di quasi dieci anni dall’inaugurazione dello spazio, ancora manca. Intanto il Memoriale, con l’acquisizione dei documenti sul censimento degli ebrei voluto dal regime fascista, prima conservati nella Cittadella degli Archivi del Comune di Milano, arricchisce il suo patrimonio: 58 registri e 125 buste, circa quattromila schede di famiglia per oltre 11mila persone censite. Nomi e dati anagrafici di persone che, negli anni successivi, hanno subìto l’orrore della persecuzione e dello sterminio.
Una «preziosissima testimonianza di quello che può essere considerato il primo atto di discriminazione nei confronti dei cittadini ebrei residenti a Milano" presentata ieri, anniversario dell’approvazione del decreto destinato a divenire la legge “per la difesa della razza italiana“. "Il 1938 ha segnato un punto di non ritorno per il regime – ha spiegato Sala – la lezione da imparare è che la democrazia è un bene fragile, che va sempre difeso". Una difesa anche attraverso la memoria, esponendo quegli elenchi di nomi creati dalla burocrazia fascista con un tratto di penna blu.