MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il sogno si spezza, addio al liceo artistico

Ce l'hanno messa tutta, insegnanti, studenti e genitori per non far morire la "loro creatura", ma non è bastato

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Milano, 16 giugno 2017 - Ce l'hanno messa tutta, insegnanti, studenti e genitori del Nuovo liceo artistico per non far morire la «loro creatura». Una scuola paritaria nata dal basso, fondata dalla Cooperativa sociale delle arti cinque anni fa e finora ospitata in un’ala della scuola elementare dell’Istituto comprensivo Ciresola di via Venini 76, tra la stazione Centrale e viale Monza, presa in affitto dal Comune. Peccato che la convenzione per l’utilizzo degli spazi, in scadenza, non sarà rinnovata. E così la scuola non esiste più. Perché, banalmente, non ha trovato una sede alternativa. Non sono servite le corse contro il tempo, la disperata ricerca di un luogo, l’appello lanciato alle istituzioni, l’impegno non solo della popolazione scolastica ma anche delle associazioni del quartiere, in prima linea 4 Tunnel, per mantenere in vita questa realtà. Un caso approdato su queste pagine lo scorso gennaio.

Ora l’ultima campanella è suonata per 55 studenti. E la beffa è che si è aperto uno spiraglio fuori tempo massimo, perché anche se adesso una speranza ci sarebbe, visto che è stato pubblicato un bando per l’assegnazione in concessione d’uso di porzioni di edifici scolastici comunali, a cui il Nuovo liceo artistico avrebbe partecipato, ormai tutti gli studenti si sono iscritti altrove. Non potevano rischiare di ritrovarsi senza scuola a settembre. E con la chiusura del Nuovo liceo artistico si apre un dramma per 15 famiglie, quelle dei professori rimasti senza lavoro. Il bando comunale per l’assegnazione di porzioni di edifici scolastici scadrà il 10 luglio e il Nla era interessato ai locali ubicati nell’edificio della scuola media di viale Sarca 24, 775 metri quadri, canone annuo a base d’asta di 31mila euro.

«Avremmo partecipato al bando, intenzionati a portare avanti un percorso coi ragazzi più piccoli nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, a organizzare eventi artistici, realizzare murales e altri lavori per abbellire la scuola e la zona», spiega Paolo Chiaramonti, rappresentante legale della Cooperativa sociale delle arti. Ma come si fa senza studenti? Il sogno è sfumato. Negli ultimi cinque anni i ragazzi hanno abbellito piazza Carbonari, dipingendo sui «muri liberi», e la scuola d’italiano per stranieri Spaziolingua» in centro. Tocco artistico pure in via Venini. Tra gli studenti, c’era chi arrivava dall’altra parte della città e da fuori Milano. «Le abbiamo provate tutte per salvare la scuola: abbiamo richiesto una sospensiva cautelare al Tar, che ci è stata negata, per poter restare ancora qualche mese in via Venini. Abbiamo effettuato 13 sopralluoghi in edifici scolastici, pubblici e privati, e provato pure a vendere il ramo d’azienda della scuola. Ma non c’è stato nulla da fare», conclude Chiaramonti.