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L’hub dei poveri resta in viale Monza 335, è polemica

I cittadini chiedevano di spostare Pane Quotidiano in un luogo più idoneo. Il Comune: "Non abbiamo trovato alternative"

"Per noi quella sede non è adatta, perché la richiesta di aiuto dei bisognosi è aumentata e lo spazio è esiguo. Non solo: non c’è controllo all’esterno, quindi continuano a esserci problemi di igiene e di decoro. Confidavamo in un’alternativa e invece è arrivata una decisione calata dall’alto". Parla il Comitato di quartiere Villa San Giovanni che da anni chiede una nuova destinazione per l’immobile di viale Monza 335, una delle due sedi di Pane Quotidiano (l’altra è in viale Toscana), la onlus che ogni giorno assicura generi alimentari a chi ne ha bisogno, gratis. A infiammare gli animi, la decisione di Palazzo Marino che ha approvato una delibera di indirizzo per mettere a bando la gestione di due spazi di proprietà comunale, quello di viale Monza 335 e un altro in via Aldini 72, a Quarto Oggiaro. Per quanto riguarda il primo, "il contratto - ha spiegato il Comune - è ormai arrivato a naturale scadenza, e l’Amministrazione conferma l’interesse a mantenere nel quartiere la presenza di attività di aiuto alimentare e sussidiarietà sociale impegnando il prossimo gestore a un intervento di ristrutturazione dell’immobile e a una riqualificazione delle aree esterne".

Chiunque si aggiudicherà il bando, quindi, continuerà a contrastare la povertà alimentare ma nello stesso tempo dovrà apportare miglioramenti al sito, limitando l’impatto sulle aree attorno. Il comitato esprime "disappunto. Pensavamo che negli incontri avuti fosse emersa chiaramente la necessità di trovare una struttura logisticamente più idonea e, al contempo, la richiesta della zona di restaurare il dazio (l’immobile in questione, ndr) e adibirlo ad altro, per la comunità residente. Ci chiediamo quindi quali siano le motivazioni che l’hanno spinta (scrivono all’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti) a non voler confrontarsi con noi, mettendoci davanti a una decisione presa dall’alto".

Mostrano immagini di persone in coda, "sotto la pioggia e il sole" e di degrado nei giardini, "dove viene buttato il cibo non gradito". L’assessore Rabaiotti risponde al Giorno che "è stato compiuto qualche passo nella direzione indicata durante l’incontro con i cittadini ma non è stata trovata un’altra localizzazione idonea per quel tipo di servizio". Nello specifico, è stata presa in considerazione un’area in fondo a via Padova, non ritenuta adatta. "Abbiamo ascoltato tutte le istanze. Il servizio è necessario, per questo abbiamo voluto confermare un utilizzo già consolidato chiedendo però al futuro gestore di risolvere il problema degli impatti locali connessi alla distribuzione del cibo. L’attenzione a mitigare l’effetto sul contesto locale è nei patti". M.V.